Come studiare i flussi di contaminanti attraverso i sistemi fluviali può aiutare a ridurre l’inquinamento
Gli esseri umani stanno avendo un impatto sempre maggiore sui fiumi e le zone umide dell’Europa. Man mano che urbanizziamo, costruiamo nuove fabbriche e continuiamo a coltivare estensivamente la terra, sempre più contaminanti provenienti da queste attività industriali e agricole intensive vengono rilasciati nei corpi di acqua dolce. Il progetto HYTECH (Hydrodynamic transport in ecologically critical heterogenous interfaces), finanziato dall’UE, ha formato 11 studenti di dottorato e post-dottorato per studiare soluzioni innovative ai problemi ambientali dei sistemi idrici naturali. Il progetto ha studiato i processi alla base del trasporto di contaminanti e nutrienti attraverso gli ecosistemi acquatici. “L’idea era formare competenze specifiche su scala europea per affrontare gli urgenti problemi causati dall’impatto degli esseri umani sugli ecosistemi acquatici naturali,” dice Andrea Marion, coordinatore del progetto HYTECH. I ricercatori del progetto provenivano da molti settori diversi tra cui ingegneria, ecologia, biochimica dell’acqua, idrologia, metodi computazionali e fotonica. Usando un approccio interdisciplinare, si sono concentrati sul ruolo delle “interfaccia” idriche, le zone cioè tra l’acqua e i sedimenti di fiumi e zone umide. Una zona studiata dal progetto è detta “zona iporeica”. Si trova sotto il flusso del fiume, nel sedimento poroso del letto del fiume e ospita radici di piante, colonie batteriche, micro-invertebrati, uova di pesce e altre forme di vita. “È in questi luoghi che si determina la qualità dell’ecosistema,” spiega Marion. Nel tentativo di scoprire in che modo l’inquinamento fluisce attraverso un sistema idrico naturale, HYTECH ha sviluppato nuove tecnologie distribuite di rilevazione e metodi innovativi di tracciatura per misurare il trasporto di contaminanti nei fiumi. Ha inventato una nuova stazione di campo mobile e un innovativo canale anulare sperimentale. Il progetto ha costruito anche nuovi strumenti hi-tech per valutare lo stato dell’ecosistema nei fiumi naturali. Ha impiegato anche metodi di ricerca innovativi raccogliendo set di dati integrati di quantità fisiche e chimiche per valutare lo stato dell’ecosistema e le caratteristiche degli organismi nei fiumi naturali. “Le attività e le scoperte del progetto rappresentano un significativo passo avanti verso l’integrazione di competenze interdisciplinari ed è questo ciò di cui abbiamo più bisogno nella ricerca ambientale per affrontare i problemi sociali,” dice Marion. I risultati di HYTECH sono stati pubblicati in importanti pubblicazioni internazionali e nella serie di libri GeoPlanet. Il progetto ha prodotto anche un documentario scientifico chiamato “INTERFACES” il cui scopo è mostrare l'importanza del lavoro di HYTECH al pubblico. I membri del progetto adesso inizieranno la loro carriera come ricercatori o professionisti e potranno avere un ruolo importante per affrontare e risolvere i problemi ambientali. Nel frattempo gli strumenti e il software di HYTECH saranno commercializzati una volta sviluppata una versione facile da usare. Adesso che il progetto è finito Marion spera di continuare a lavorare su ambienti acquatici naturali e per produrre nuovo materiale audio-visivo rivolto al pubblico e ai responsabili delle decisioni. “Sono convinto che il lavoro degli scienziati debba essere reso accessibile ai non esperti in modo che possano vedere il ruolo necessario della scienza e degli scienziati per la protezione dell’ambiente e della nostra specie sul pianeta Terra,” conclude.
Parole chiave
HYTECH, fiumi, zone umide, inquinamento, sedimenti, interdisciplinare