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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Responsible Research and Innovation in Business and Industry in the Domain of ICT for, Health, Demographic Change and Wellbeing

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Per un’industria sempre responsabile

Molte aziende desiderano che le loro attività di ricerca e innovazione siano utili alla società, ma come garantiscono che accada? Il progetto “Responsible Research” fornisce un quadro di riferimento per consentire loro di parametrare le loro attività ed elaborare possibilità di miglioramento.

Molte aziende formulano piani e strategie in campi come la gestione del rischio o la parità di genere: tale attività contribuisce a una gestione positiva delle loro attività. Tuttavia, secondo il prof. Bernd Stahl, della De Montfort University, “Non è sufficiente per garantire che il processo e gli esiti delle loro attività di ricerca e innovazione siano socialmente accettabili, auspicabili e sostenibili”. Stahl definisce “ricerca e innovazione responsabili” tale atteggiamento, che ha rappresentato il punto focale del suo progetto UE RESPONSIBLE-INDUSTRY (Responsible Research and Innovation in Business and Industry in the Domain of ICT for, Health, Demographic Change and Wellbeing), il quale ha dedicato gli ultimi tre anni al tentativo di comprendere come integrare questa mentalità in infrastrutture d’impresa esistenti. Il progetto si è attivato vivamente con partner industriali, incentrandosi su aziende che si servono di tecnologie dell’informazione e della comunicazione in relazione all’assistenza sanitaria, al cambiamento demografico e al benessere, ovvero un settore attualmente in crescita. Tali aziende stanno progettando tecnologie di assistenza all’autonomia di vita, come robot e ausili alla comunicazione. Il team ha impegnato partner accademici di sette paesi dell’UE, ha intervistato 30 esperti dell’industria e ha organizzato 15 gruppi specifici e un laboratorio di studio destinato a oltre 150 partecipanti. “È divenuto presto evidente che la nostra idea iniziale di predisporre un piano di attuazione a livello di tutta l’industria, a taglia unica, non avrebbe funzionato e che avremmo dovuto sviluppare un quadro di riferimento per consentire alle aziende di sviluppare proprie strategie,” spiega Stahl. Per portare avanti tali idea, il consorzio RESPONSIBLE-INDUSTRY ha osservato le tipologie di difficoltà e pressioni che hanno impedito all’industria di prendere in considerazione la ricerca e l’innovazione responsabili. “Una questione molto dibattuta riguarda il confronto tra motivazione e costi,” riferisce Stahl. “Le aziende voglio garantire che il loro lavoro si svolga in modo responsabile, ma tale scelta potrebbe richiedere risorse aggiuntive che, nelle organizzazione a fini di lucro, vanno giustificate”. Esistono alcuni aspetti della ricerca e dell’innovazione responsabili che contrastano con principi commerciali consolidati; ad esempio, può sembrare che l’idea di “accesso aperto” interferisca con gli interessi inerenti alla proprietà intellettuale. Il progetto ha creato un quadro di riferimento che riconosce gli impatti positivi offerti dalla ricerca e dall’innovazione responsabili alle aziende, tra cui una reputazione più elevata, minori rischi imprenditoriali e una più forte fiducia del pubblico riguardo alla sicurezza dei prodotti. Secondo Stahl, fare in modo che le aziende recepiscano tali messaggi significa iniziare dall’alto. “Abbiamo di conseguenza redatto un documento mirato specificamente all’alta dirigenza in un’azienda, per offrire una rapida panoramica di valori e vantaggi, con l’inclusione di una breve casistica, che illustra dove tali vantaggi si siano concretizzati in altre aziende”. Parte del progetto RESPONSIBLE-INDUSTRY ha riguardato l’esecuzione di test sul quadro di riferimento in quattro aziende, due in Spagna e due in Finlandia. Alle aziende è stato chiesto di riflettere sull’utilità per loro del quadro di riferimento. “Il vantaggio emerso consisteva nel fatto che le aziende hanno potuto identificare punti in cui avrebbero potuto migliorare e in vari casi ciò ha condotto al cambiamento,” osserva Stahl. Anche se Stahl ritiene che il progetto abbia saputo ben argomentare i vantaggi della ricerca e dell’innovazione responsabili, può sempre verificarsi un rifiuto da parte di aziende che non vanno oltre gli obiettivi immediati di profitto. “Se fosse adottato più ampiamente, sarebbero necessari standard industriali o altri incentivi più flessibili” afferma, aggiungendo: “È divenuto evidente che non si tratta di qualcosa che avverrà da sé. Richiede il sostengo di iniziative con fondi pubblici.”

Parole chiave

Ricerca e innovazione responsabili (RRI), impatti sociali, sostenibilità, responsabilità sociale delle imprese, governo societario

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