Un nuovo trattamento basato sulla terapia genica per la CGD
L’X-CGD è un disordine da immunodeficienza associato all’incapacità dei fagociti di uccidere i patogeni invasori a causa di mutazioni dell’enzima NADPH ossidasi. I neutrofili X-CGD non sono in grado, infatti, di produrre specie reattive all’ossigeno e ciò provoca granulomi e infezioni intrattabili. Il trattamento utilizzato correntemente per l’X-CGD consiste nella somministrazione profilattica per tutta la vita di agenti antibatterici e antimicotici e nelle infusioni di granulociti e l’unica cura disponibile fino ad ora consiste nel trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) fornite da un donatore idoneo. Per oltre il 60 % dei pazienti, tuttavia, non sono disponibili donatori HLA compatibili e i trapianti non pienamente compatibili rendono l’HSCT un approccio ad alto rischio. Come cura alternativa definitiva, gli scienziati hanno sperimentato l’uso della terapia genica, un metodo basato sulla correzione genetica ex-vivo delle cellule staminali ematopoietiche e sulla loro re-infusione nei pazienti, tuttavia fino ad ora i tentativi hanno fornito risultati insoddisfacenti. Con l’obiettivo di migliorare l’esito della terapia genica per l’X-CGD, il progetto NET4CGD (“Gene therapy for X-linked chronic granulomatous disease (CGD)"), finanziato dall’UE, si propone di sviluppare una nuova strategia terapeutica genica. Avvalendosi di tecnologie e competenze avanzatissime di tutta Europa, il team NET4CGD ha creato un vettore lentivirale avanzato che trasporta il gene NADPH ossidasi non modificato. I risultati preclinici sono incoraggianti e mostrano un’espressione specifica del transgene nei fagociti. L’obiettivo finale è la trasduzione efficace delle cellule ematopoietiche e l’innesto a lungo termine delle cellule geneticamente modificate. Il consorzio del progetto NET4CGD ha ottenuto la produzione del vettore lentivirale di qualità clinica e attualmente sta testandolo in uno studio multicentro di fase I/II in pazienti X-CGD idonei. Grazie al lavoro integrato svolto dai partner del progetto, è stato possibile armonizzare le procedure e ottimizzare la produzione del vettore e del prodotto cellulare finale geneticamente modificato. Lo studio clinico è stato registrato presso l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e coinvolgerà circa 15 pazienti. Il consorzio sta raccogliendo le informazioni riguardanti l’efficacia biologica e la sicurezza nei pazienti e sta analizzando il profilo di integrazione del vettore. I dati preliminari indicano che le cellule paziente trasdotte mostrano una ripristinata attività biochimica e una funzione ossidativa dei neutrofili a livelli terapeutici. I partner sono fiduciosi che l’approccio basato su una terapia genica avanzata adottato dal progetto NET4CGD permetterà di correggere il difetto mieloide dei pazienti affetti da X-CGD, con conseguenti vantaggi clinici. L’esito positivo dello studio clinico porterà alla registrazione di un nuovo prodotto medicinale per il trattamento degli ammalati di X-CGD, migliorando la loro qualità della vita e riducendo i costi complessivi di assistenza sanitaria.
Parole chiave
Terapia genica, test clinici, malattia granulomatosa cronica legata al cromosoma X, vettore lentivirale, cellule ematopoietiche