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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Combining innovation in vineyard management and<br/>genetic diversity for a sustainable European viticulture

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La diversità genetica aiuta i viticoltori ad affrontare la sfida dei cambiamenti climatici

Per preservare il vantaggio competitivo dell’UE nel settore vinicolo in un panorama dominato dal cambiamento climatico e da una concorrenza in crescita, è necessario offrire prodotti diversificati e di migliore qualità. INNOVINE garantisce ai produttori conoscenze, strumenti e risorse genetiche necessari che offriranno un valido supporto a livello decisionale.

La reputazione dei vini europei dipende principalmente dalla scelta delle migliori varietà, in base al gusto e al “terroir” in cui vengono coltivate le viti. In tale scenario, però, sono emerse nuove sfide: la presenza di un mercato sempre più globalizzato e caratterizzato dal cambiamento climatico e dai bisogni mutevoli dei consumatori richiede strumenti di supporto mirati per il settore di riferimento. “Di recente abbiamo assistito a una nuova diversificazione promossa dai produttori di strategie basate su vigneti biologici o biodinamici,” afferma la dott.ssa Anne- Françoise Adam-Blondon, direttore di ricerca presso l’INRA, in Francia. “Tale condizione richiede nuove varietà la cui resistenza alle malattie riduce il ricorso ai pesticidi, preservando nel contempo la tipicità e il valore del prodotto finale. Finora questi risultati sono stati ottenuti tramite prove ed errori in processi di sperimentazione a lungo termine.” Con l’avvio del progetto INNOVINE (Combining innovation in vineyard management and genetic diversity for a sustainable European viticulture), la dott.ssa Adam-Blondon e il suo team si sono prefissati un duplice obiettivo: fornire ai soggetti interessati strumenti in grado di aiutarli a comprendere meglio gli effetti del cambiamento climatico e di guidarli nel relativo processo di selezione, nonché di sviluppare un “portafoglio” di geni di resistenza per una produzione più rapida ed efficiente di nuove varietà. “L’iniziativa mirava ad adottare approcci a breve, medio e lungo termine finalizzati alla creazione di sistemi di viticoltura innovativi, alla progettazione e alla prova di nuove pratiche agronomiche e di sistemi di supporto decisionale e allo sfruttamento della diversità genetica delle viti al fine di promuovere il progresso verso una viticoltura di tipo sostenibile,” spiega la prof.ssa Adam-Blondon. Tra l’altro, l’iniziativa ha sviluppato due modelli in grado di simulare e prevedere l’impatto delle pratiche viticole e di varie fonti di stress abiotico sulla fisiologia e sulla composizione delle bacche delle viti in varie condizioni climatiche. Sono stati testati e convalidati numerosi strumenti di fenotipizzazione non distruttiva, sono state testate e integrate negli strumenti progettuali varie strategie adattative, è stata monitorata la resistenza alle malattie di banche di germoplasmi non caratterizzati e sono stati infine migliorati gli attuali modelli di malattie. “Nel complesso, l’iniziativa INNOVINE offre una serie di strumenti e conoscenze complementari e diversificati che garantiranno un controllo delle malattie più rispettoso dell’ambiente: livello di resistenza delle varietà tolleranti in condizioni di campo, strategie tese alla riduzione del numero di trattamenti chimici, nonché miglioramento del monitoraggio dei sistemi DSS,” afferma la prof.ssa Adam-Blondon. I vantaggi dell’iniziativa: dalla realtà del laboratorio al campo I risultati dell’iniziativa INNOVINE offriranno benefici non solo agli agricoltori, ma anche agli scienziati e ai consulenti/fornitori di servizi tecnici. La prof.ssa Adam-Blondon prevede che gli agricoltori potranno beneficiare di una riduzione significativa dell’uso di pesticidi, che contribuirà alla nascita di aziende agricole più sostenibili. I ricercatori, d’altro canto, potrebbero godere dei vantaggi offerti dalla vastità di conoscenze generate dal progetto e da collegamenti strategici tra le comunità scientifiche. “Il progetto ha anche portato l’attenzione su due importanti argomenti sui quali si concentreranno servizi di divulgazione, consulenze tecniche e forniture di servizi: la nascita di un settore vitivinicolo monitorato potenziato e ad alto rendimento e la diversificazione delle varietà utilizzate,” afferma la prof.ssa Adam-Blondon. “I risultati economici e ambientali più significativi sono stati ottenuti grazie all’utilizzo di nuove varietà (resistenti alle malattie e in grado di garantire raccolti migliori in un dato ambiente). Tuttavia, per poter sfruttare questo potenziale, è necessario avviare una fase di potenziamento dei sistemi vitivinicoli.” Nel prossimo futuro, la prof.ssa Adam-Blondon prevede di utilizzare alcune abilità, conoscenze e strumenti sviluppati nell’ambito del progetto per occuparsi delle malattie del legno, considerate dalla comunità di viticoltori un aspetto estremamente importante nell’ambito di un sondaggio organizzato dall’iniziativa INNOVINE.

Parole chiave

INNOVINE, varietà, produzione di vino, diversità genetica, cambiamento climatico, geni di resistenza, viticoltura, composizione delle bacche, vigneto, fenotipizzazione

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