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Contenuto archiviato il 2023-04-03

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Nuova ricerca indica che il cambiamento climatico potrebbe avere un impatto su 351 milioni di europei entro il 2100

Secondo uno studio pubblicato in “The Lancet Planetary Health”, entro il 2100 il riscaldamento globale potrebbe avere un impatto annuale su circa due terzi della popolazione europea, 351 milioni di persone, provocando ogni anno 152 000 decessi.

Mentre le valutazioni precedenti degli effetti degli eventi climatici estremi sugli esseri umani erano soprattutto incentrate sull’impatto delle temperature, questo studio ha valutato la vulnerabilità della popolazione ai singoli pericoli sulla base di una serie esaustiva di dati sui danni delle catastrofi dovute alle condizioni meteorologiche, attingendo a diversi database sui disastri. I ricercatori hanno valutato i rischio degli eventi meteorologici avversi per la popolazione europea, in termini di morti annuali a intervalli di 30 anni fino al 2100 (2011-40, 2041-70 e 2071-100) rispetto al loro riferimento di base (1981-2010). Usando la ricerca condotta dall’UE tramite il progetto concluso ENSEMBLES, il team ha combinato le registrazioni dei disastri con proiezioni ad alta risoluzione dei pericoli e demografiche. Formulare una prognosi solida Per creare la loro struttura di modellizzazione prognostica, si sono concentrati sui pericoli con il maggiore impatto ‒ ondate di calore e freddo, incendi, siccità, inondazioni fluviali e costiere, e tempeste di vento. Hanno poi valutato le variazioni spaziali e temporali in caso dovessero continuare le emissioni di gas serra in scenari “di normalità”. Sono inoltre state analizzate le dinamiche demografiche nel lungo termine, usando una piattaforma di modellizzazione territoriale per tracciare come tali movimenti e densità di popolazioni incideranno sui livelli di esposizione. Usando oltre 2 300 registri raccolti durante il periodo di riferimento, il team ha valutato la vulnerabilità agli estremi meteorologici. Impatto di vasta portata Gli autori dicono che il loro studio dimostra che, “a meno che il riscaldamento globale non venga ridotto urgentemente e non vengano adottate misure di adattamento, circa 350 milioni di europei potrebbero essere esposti su base annuale a pericolosi eventi climatici estremi entro la fine di questo secolo, con un aumento dei decessi di 50 volte superiore rispetto a quelli attuali”. Benché lo studio non si concentri sulla dimensione sociologica, il team fa notare che i settori vulnerabili della società sono a maggior rischio: gli anziani, i malati (che hanno una minore capacità fisiologica e comportamentale per la termoregolazione), nonché i poveri (che hanno un accesso ridotto ai mezzi tecnologici per la mitigazione privata dello stress da disastro). La popolazione che invecchia potrebbe aumentare l’impatto degli incidenti provocati dai fenomeni meteorologici, mentre gli sviluppi tecnologici potrebbero mitigare e migliorare le misure di adattamento. L’equilibrio tra le due cose va ancora trovato. I ricercatori riconoscono i punti deboli del loro studio – la natura incerta dei dati relativi alle osservazioni e alle proiezioni – ma fanno notare che le stime del rischio utilizzate si basano sui due database sui disastri più completi disponibili e che le proiezioni usano metodi all’avanguardia. I dati raccolti nell’ambito di ENSEMBLES (ENSEMBLE-based Predictions of Climate Changes and their Impacts), finanziato dall’UE nel periodo 2004-2009, sono alla base del lavoro svolto nello studio descritto. Per maggiori informazioni, consultare: Sito web del progetto su CORDIS

Paesi

Regno Unito

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