Tendenze scientifiche: La NASA annuncia condizioni di abitabilità su una delle lune di Saturno
Saturno ha 53 lune, una delle quali è appena stata dichiarata adatta a sostenere la vita. Nuove osservazioni della sonda spaziale Cassini rivelano che i pennacchi di vapore che si innalzano dalla crosta ghiacciata del pianeta contengono sostanze chimiche che, sulla Terra, sono associate alla vita. Per molto tempo gli scienziati hanno ritenuto che Encelado potesse essere il posto migliore per trovare condizioni di abitabilità – ci sono oceani sotto l’intera superficie del satellite. I rilevamenti che ora la sonda Cassini ha inviato alla NASA, volando attraverso il pennacchio di vapore, rivelano che al di sotto della superficie ghiacciata di -198 °C (-324 °F) c’è dell’acqua ricca di idrogeno molecolare. Parlando al “Today Programme” di Radio Four, la dott.ssa Linda Spilker, project scientist della Cassini presso il Jet Propulsion Laboratory a Pasadena, ha detto: “L’idrogeno proviene da un camino idrotermale sul fondale marino di Encelado.” L’ha definita una scoperta significativa in quanto l’idrogeno potrebbe essere una fonte di energia chimica per i microbi eventualmente presenti nell’oceano del satellite. La dott.ssa Mary A. Voytek, capo del programma di astrobiologia della NASA, ha aggiunto: “Questa scoperta suggerisce indubbiamente che vi è una notevole attività idrotermale per produrre un tale forte segnale di idrogeno, che è una buona fonte di energia chimica per sostenere la vita.” Sulla Terra, l’idrogeno proveniente dai fondali marini tramite i camini idrotermali può sostenere ecosistemi che si nutrono del gas. Essi producono metano, che è stato anch’esso trovato su Encelado. Oltre all’idrogeno molecolare, i dati inviati dalla sonda rivelano la presenza di grandi quantità di biossido di carbonio, che è un altro ingrediente fondamentale per il processo di metanogenesi, la reazione che supporta la vita microbica negli ambienti sottomarini terrestri. Benché su Encelado fossero stati individuati acqua e molecole organiche, ora è stato confermato il pezzo mancante determinante del puzzle: la fonte di carburante per sostenere la vita. Qual è allora il passo successivo? Il team della NASA è pronto ad approfondire: “Non comprendiamo quali sarebbero le strutture e forse non ci sarà modo di scoprirlo da lontano, finché non riusciremo a immergerci effettivamente in questi oceani,” ha detto la dott.ssa Voytek.
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Stati Uniti