Nuove raccomandazioni politiche per favorire l’intervento dell’UE contro la criminalità ambientale
Benché vi siano diverse opinioni sulla definizione di criminalità ambientale, il progetto – che ha tenuto la sua conferenza conclusiva il 17 e 18 febbraio 2016 a Bruxelles – ha lavorato sulla base che la criminalità ambientale danneggia effettivamente l’ambiente e spesso ha anche un impatto negativo sulle persone che vi vivono. La criminalità ambientale può anche essere collegata alla criminalità organizzata o alla corruzione, e gli incidendi possono quindi assumere molte forme diverse. I ricercatori EFFACE hanno avviato 12 casi di studio dettagliati incentrati su vari settori influenzati dalla criminalità ambientale, sia nell’UE che nei paesi terzi. Tra questi i settori dell’estrazione, la pesca, la natura, i rifiuti, l’inquinamento e la coltivazione illegale di sostanze stupefacenti. Attraverso i casi di studio, il progetto ha fornito raccomandazioni dettagliate su come l’UE potrebbe meglio identificare, perseguire e punire gli individui o le organizzazioni che commettono reati ambientali. L’importanza dei dati affidabili Una delle principali conclusioni, ripetutamente sottolineata durante la conferenza, è stata la necessità di migliorare la raccolta e i metodi di analisi dei dati. Il progetto ha studiato la questione dei dati da vari punti di vista, tra cui all’interno degli Stati membri dell’UE, a livello dell’UE, a livello internazionale, e nell’ambito di diversi tipi di crimine. Il quadro generale era quello di un paesaggio dei dati frammentato, dove alcuni Stati membri dell’UE dispongono di buoni dati sulla criminalità ambientale, che tuttavia non vengono comparati, collegati o condivisi con altri Stati membri o a livello dell’UE. EFFACE ha raccomandato che occorre imporre agli Stati membri dell’UE di fornire i dati relativi al numero preciso di violazioni, persecuzioni o sanzioni per la violazione di leggi europee in materia ambientale. Questo non solo aiuterebbe gli Stati membri a individuare adeguatamente le reali violazioni, ma guiderebbe le azioni e orienterebbe il supporto dal livello dell’UE a dove è maggiormente necessario. “Un rafforzamento intelligente della lotta contro la criminalità ambientale si basa sull’orientamento dei dati direttamente dove sono più utili: cosa, dove e quando compiere le ispezioni,” spiega Andrew Farmer dell’Istituto per le politiche ambientali europee (IEEP), che ha presentato i risultati del progetto. Il progetto ha anche raccomandato l’introduzione di più innovazioni tecnologiche per migliorare la raccolta dei dati, tra cui l’utilizzo di satelliti per rilevare le attività di pesca illegale e inquinamento legato ai carburanti fossili, oppure l’utilizzo di marcatori del DNA per combattere il bracconaggio e la distruzione della natura. Un quadro normativo e amministrativo più solido EFFACE ha anche fornito raccomandazioni dettagliate su come l’UE può rafforzare il suo quadro giuridico e normativo, per riuscire a combattere in modo più efficace la criminalità ambientale. Come proposta principale relativa all’UE, il progetto sostiene che le regole sulla confisca e il sequestro dei proventi dei reati ambientali andrebbero adottate a livello dell’UE, vale a dire, chi commette reati ambientali non dovrebbe poterne trarre profitto. Infine, dovrebbe esserci un criterio minimo dell’UE per le ispezioni e il monitoraggio, rispettato da tutti gli Stati membri. A livello di singoli Stati membri, dovrebbero esistire sanzioni effettive, tra cui sanzioni civili e amministrative che includono multe. Se del caso, i colpevoli di reati ambientali dovrebbero essere costretti a rimediare i danni causati. Il bisogno di un numero maggiore di strumenti per combattere la criminalità ambientale, con mezzi amministrativi, civili e – quando necessario – criminali, è stato brevemente riassunto da Michael Faure, presidente del Consiglio attuativo superiore fiammingo per l’ambiente: “La politica di attuazione dovrebbe essere proprio come un buon caffè belga – dovrebbero esserci molte diverse penali tra cui scegliere.” Prossimi passi Benché il progetto EFFACE sarà presto concluso, il team di lavoro ha messo in evidenza una serie di argomenti che andrebbero ulteriormente studiati. Tra questi, la questione se le sanzioni armonizzate contro i colpevoli di reati ambientali potrebbero essere incluse nella normativa dell’UE e ulteriori ricerche su quanto esse risulterebbero efficaci. Infine, la dimensione esterna degli sforzi dell’UE nella lotta contro la criminalità ambientale andrebbe studiata più in dettaglio. EFFACE sostiene che l’UE dovrebbe considerare seriamente gli incidenti di criminalità ambientale fuori dai suoi confini, confermando tuttavia che occorre ancora una discussione approfondita su come l’UE dovrebbe muoversi in questo senso, e cosa ciò significherebbe in pratica per quanto riguarda le sue priorità di politica estera. Per maggiori informazioni, consultare: Sito web del progetto EFFACE
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Germania