Un nuovo strumento per il tagging semantico nel giornalismo digitale
Il progetto ha lavorato principalmente con due partner, Greenpeace Italy e Shoof (una start-up che sviluppa un’applicazione per Android per i contenuti generati dagli utenti). Si è concentrato sull’organizzazione di news desk di team editoriali piccoli e medi creando una rete flessibile di metadati su testi e media. I ricercatori di MICO hanno capito che mettere le notizie online senza fornire un contesto e un’analisi adeguati non funzionava, perché le notizie digitali adesso si basano principalmente sul coinvolgimento interattivo e sulla creazione di un senso di comunità. Dopo aver sviluppato il loro editore semantico, chiamato WordLift (un plugin per WordPress), e averlo usato a Greenpeace Italy sul loro magazine online, il team del progetto ha visto che strutturando il contenuto con uno schema di classificazione si può avere il contesto necessario per nuove storie. Le notizie adesso vengono ripubblicate in molte forme diverse e su molte piattaforme e dispositivi diversi. Questo a sua volta ha permesso al team di rendersi conto che strutturando il contenuto e creando diversi punti di accesso (in forma di pagine web), la probabilità che il contenuto venga scoperto su social network e motori di ricerca aumentava drammaticamente. Usando il tagging semantico, che consiste nel taggare le informazioni con uno specifico termine o risorsa, tutti gli editori di contenuti cominciano a curare una serie di concetti che emergono dal contenuto prodotto e analizzato. In WordLift questi concetti sono raccolti applicando un vocabolario interno. Durante i test di validazione con Greenpeace Italy, è emerso che questo vocabolario interno portava un nuovo livello di consapevolezza di sé all’organizzazione. Il team editoriale ha cominciato a studiare più attentamente il rapporto tra l’organizzazione, i concetti usati per il tagging e il pubblico cui si rivolgevano. Tecnologia senza problemi In generale, questo processo li ha aiutati a prendere decisioni editoriali strategiche tenendo conto di cosa si collega a cosa e perché. Il team del progetto sta ancora raccogliendo tutti i dati, ma è chiaro che classificare il contenuto delle news con uno schema chiaro aumenta sia il traffico che il coinvolgimento. In generale i ricercatori di MICO hanno scoperto durante questa fase del progetto che i giornalisti hanno bisogno della tecnologia per il loro lavoro, questa tecnologia però non dovrebbe richiedere troppa della loro attenzione. I giornalisti devono potersi concentrare sulla scrittura di storie coinvolgenti e creare rapporti significativi con il pubblico cui si rivolgono. Strumenti come WordLife hanno dimostrato comunque di essere capaci di fornir loro la struttura il contesto dei contenuti e che sono sempre più essenziali nell’era digitale per coinvolgere, interessare e trattenere il pubblico. Per ulteriori informazioni, consultare: Sito web del progetto MICO
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