Soluzioni anti-fouling più verdi attraggono l’interesse del settore dei trasporti marittimi
Il progetto quadriennale SEAFRONT, lanciato nel 2014, ha provato nuovi processi e metodi progettati per capire meglio dal punto di vista scientifico il modo esatto in cui avviene la bioincrostazione e come si può affrontare in modo ottimale questo problema. Il lavoro iniziale aiuterà lo sviluppo di una nuova generazione di tecnologie anti bioincrostazione, che saranno in grado di ridurre al minimo la bioincrostazione sulle infrastrutture marine e sugli strumenti senza danneggiare l’ecosistema. “Anche se è ancora un po’ presto per parlare di risultati concreti, abbiamo già ricevuto manifestazioni di interesse da parte di diverse aziende che cercano innovative soluzioni antifouling per le loro imbarcazioni, applicazioni statiche, reti da pesca e cavi,” dice il coordinatore del progetto SEAFRONT il dott. Arie Brouwer dello Stichting Dutch Polymer Institute nei Paesi Bassi. “Siamo sicuri che la possibilità di generare nuovi prodotti e servizi sarà un vantaggio per le aziende e gli istituti di ricerca coinvolti in questo progetto.” La bioincrostazione consiste nell’accumulo di microorganismi, piante, alghe e invertebrati marini su superfici esposte all’ambiente acquatico. L’accumulo di bioincrostazioni sulle imbarcazioni per esempio, può costituire un problema significativo, poiché riduce l’efficienza, danneggia le strutture dello scafo e i sistemi di propulsione. Si tratta di una sfida sia economica che ambientale. Nel tempo, l’accumulo di bioincrostazioni può aumentare il volume idrodinamico di un’imbarcazione e gli effetti di attrito, portando a una resistenza significativamente maggiore. I ricercatori hanno scoperto che questo aumento della resistenza può causare un rallentamento di fino al 10 %, il che può richiedere fino al 40 % di carburante in più per compensare. Poiché il carburante in generale rappresenta fino al 70% dell’intero costo operativo di una normale imbarcazione commerciale, i metodi di antifouling possono far risparmiare alle aziende di trasporti marini miliardi di euro e aiutarle a ridurre le emissioni. “Il progetto SEAFRONT si propone di sviluppare rivestimenti che permettano un miglioramento del 50 % della deterrenza alla bioincrostazione e/o al rilascio di bioincrostazione, misurato usando metodologie di recente sviluppo,” dice Brouwer. “Saranno sviluppati anche rivestimenti che riducono significativamente la resistenza idrodinamica e che porteranno a migliori efficienze operative.” Tutte queste soluzioni saranno benigne per l’ambiente, sostenibili e scalabili e limiteranno il bisogno di introdurre biocidi, idrocarburi e metalli pesanti nell’ambiente marino. Il metodo di SEAFRONT non solo terrà conto della legislazione ambientale odierna sempre più severa, ma anticiperà anche le normative future evitando qualsiasi sostanza chimica potenzialmente nociva che in futuro potrebbe essere proibita. “Questo progetto ha bisogno di un approccio europeo perché le dimensioni e la diversità del mercato europeo dei rivestimenti antifouling coinvolge imprese piccole e grandi che si occupano di trasporti via mare, energia marina e altri settori offshore,” aggiunge Brouwer. “L’approccio multidisciplinare che abbiamo assunto inoltre ci permetterà di collegare tecnologie abilitanti, sviluppo di prodotti e applicazioni per l’utente finale. Una singola nazione o una regione locale non avrebbero mai potuto mobilitare tutte queste discipline. Inoltre, molti Stati membri condividono gli stessi mari e oceani e quindi si trovano davanti alle stesse sfide.“ A giugno 2016 si terrà uno speciale workshop legato alla 18ª conferenza ICMCF (International Congress on Marine Corrosion and Fouling) a Tolone, in Francia, in modo che industria e accademia possano essere informati sui risultati di SEAFRONT e sulle opportunità di future collaborazioni. La conclusione del progetto è prevista per la fine del 2017. Per ulteriori informazioni, visitare: Sito web del progetto SEAFRONT
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Paesi Bassi