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Contenuto archiviato il 2024-06-18

The effect of intracoronary reinfusion of bone marrow-derived mononuclear cells (BM-MNC) on all-cause mortality in acute myocardial infarction

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La terapia cellulare per l’infarto miocardico

Un consorzio europeo sta testando l’efficacia di un approccio di terapia cellulare per il trattamento dell’infarto miocardico acuto (IMA).

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A seguito di IMA l’area necrotica del cuore presenta una risposta rigenerativa limitata. Sebbene la prognosi a lungo termine sia migliorata con l’introduzione delle terapie riperfusive, la mortalità in certi casi può essere elevata. Negli ultimi decenni una serie di studi ha dimostrato l’efficacia clinica della somministrazione di cellule autologhe mononucleate derivate dal midollo osseo (BM-MNC) dopo un IMA. Il progetto BAMI (The effect of intracoronary reinfusion of bone marrow-derived mononuclear cells (BM-MNC) on all-cause mortality in acute myocardial infarction), finanziato dall’UE, intende stabilire se la terapia con BM-MNC sia più benefica rispetto alla terapia riperfusiva standard. Il consorzio sta svolgendo uno studio multinazionale di fase 3, controllato randomizzato per dimostrare che un’infusione intracoronarica di BM-MNC autologhe è superiore rispetto alla sola terapia riperfusiva ottimale. Finora i partner hanno confrontato metodi differenti di lavorazione del midollo osseo per fornire la frazione di cellule mononucleate desiderata. Il metodo ottimale per la preparazione delle BM-MNC è stato ulteriormente standardizzato affinché potesse essere fornito agli ospedali di tutta l’UE. Gli scienziati hanno inoltre selezionato la via migliore per il rilascio delle BM-MNC. Nel contesto dell’IMA l’infusione intracoronarica è normalmente impiegata per somministrare le cellule, dal momento che è sostenuta dall’evidenza e dai dati sulla sicurezza. La tecnica prevede angioplastica con palloncino e infusione cellulare attraverso un palloncino OTW (over the wire). La sperimentazione clinica avverrà in otto paesi partecipanti con ulteriori 12 centri satellite in tutta Europa; finora sono stati reclutati in tutto 84 pazienti. Nel suo insieme lo studio BAMI fornirà solida evidenza dell’efficacia della terapia con BM-MNC nei pazienti sottoposti ad angioplastica primaria. Considerate le perdite economiche rappresentate dai permessi per malattia dei pazienti o dalla loro impossibilità a lavorare a causa della malattia cronica, un intervento terapeutico migliorato dovrebbe ridurre l’ospedalizzazione e i tassi di mortalità.

Parole chiave

Infarto miocardico acuto, cellule mononucleate derivate dal midollo osseo, terapia riperfusiva, sperimentazione clinica

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