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Optimizing Miscanthus Biomass Production - OPTIMISC

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Migliorare lo sfruttamento del Miscanthus

Il progetto OPTIMISC, finanziato dall’UE, ha lavorato per studiare e migliorare il potenziale offerto dalla graminacea Miscanthus per la produzione delle biomasse. Grazie a test completi eseguiti in laboratorio e sul campo, le prime nuove varietà commerciali sono quasi pronte per l’immissione sul mercato.

La graminacea a rapida crescita Miscanthus è destinata probabilmente a diventare la principale pianta per biomasse in Europa e a svolgere un ruolo importante nella transizione a un’economica basata su bio-energie sostenibili. “La rilevante capacità di adattamento del Miscanthus rende questa nuova coltura adatta alla produzione in presenza di condizioni climatiche molto diverse,” afferma la prof.ssa Iris Lewandowski dell’Università di Hohenheim, Stoccarda, coordinatrice del progetto OPTIMISC (Optimizing Miscanthus Biomass Production), che nel 2012 è stato incaricato di individuare l’ibrido ottimale di Miscanthus da utilizzare come materia prima per la produzione di biocarburanti e biomateriali. “Il Miscanthus è una coltura perenne, che viene piantata solo una volta in una piantagione della durata di 20 anni, perciò contribuisce a migliorare la fertilità e l’immagazzinamento di carbonio nel suolo, la biodiversità e l’utilizzo efficiente dei nutrienti, oltre ad avere esigenze di fertilizzazione e di trattamento con pesticidi molto limitate”, spiega Lewandowski. “Attualmente, tuttavia, gli agricoltori europei hanno a disposizione una sola varietà clonata, il Miscanthus x giganteus. Ciò significa che non vi sono varietà di Miscanthus pensate per i diversi ambienti o per i vari utilizzi a cui sono destinate le biomasse.” Studi su larga sala sul Miscanthus Prima di tutto, i 12 partner del progetto OPTIMISC (compresi partecipanti di Turchia, Cina e Russia) hanno identificato nuove piante di Miscanthus adattate alle diverse condizioni climatiche, come gelo, siccità e salinità. Il team ha coltivato oltre 150 diverse varietà partendo dai semi o create da nuove piante ibride. Le prove sul campo su 15 varietà finali hanno permesso di valutarne l’idoneità ai vari ambienti e utilizzi, come la produzione di etanolo e biogas e la combustione. Il consorzio ha prodotto in totale 22 200 piante destinate a sei studi principali, svoltisi in Turchia, Germania, Ucraina, Paesi Bassi, Regno Unito e Russia, oltre a 40 000 impiegate in altri studi su larga scala, tra cui alcuni realizzati in Cina, finalizzati a individuare le varietà che riescono a crescere in condizioni di elevata salinità. I risultati del progetto OPTIMISC hanno dimostrato che i nuovi ibridi possono fornire rese migliori rispetto alla normale varietà di Miscanthus disponibile in commercio. Per comprendere il motivo per il quale alcune varietà ottengono rese più alte rispetto ad altre, il team ha eseguito l’analisi fisiologica dei diversi esemplari. I risultati ottenuti chiariscono il rapporto esistente tra la velocità di crescita delle piante e le condizioni ambientali e le varietà che crescono meglio nei diversi ambienti. “I risultati dimostrano il potenziale del Miscanthus come coltura adatta alla crescita nei terreni marginali,” aggiunge Lewandowski. Ottimizzare la produzione I dati raccolti dal progetto saranno utili per ottimizzare i metodi di produzione. Il progetto ha cercato di migliorare le tecnologie per l’implementazione commerciale dei processi di produzione delle biomasse basate sul Miscanthus analizzando i metodi applicati sul campo per la definizione dei semi e per la raccolta, oltre che le tecnologie di produzione dei pellet che permettono di concentrare il materiale delle biomasse. “I risultati riguardanti le performance delle diverse varietà di Miscanthus sono stati integrati in diversi programmi di coltivazione della pianta e le prime nuove varietà commerciali sono prossime alla presentazione sul mercato,” precisa Lewandowski. I modelli OPTIMISC hanno inoltre confermato una potenziale riduzione annua delle emissioni di gas serra equivalente a 30,6 tonnellate di anidride carbonica per ogni ettaro coltivato a Miscanthus. “I risultati del lavoro condotto dai ricercatori di OPTIMISC saranno presentati alle industrie che operano nel settore delle biomasse e della bioraffinazione, per dimostrare il caso economico delle biomasse ricavate dal Miscanthus,” aggiunge.

Parole chiave

OPTIMISC, biocarburante, graminacee, resa, lignocellulosa, qualità della biomassa, selettocoltura, Miscanthus

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