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Contenuto archiviato il 2024-04-23

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Articoli di approfondimento - Comunicare con il futuro

Le informazioni digitali si presentano in una miriade di forme e di formati. Come possiamo quindi essere sicuri che i dati odierni non andranno persi per sempre in forme tradizionali inaccessibili? I fautori di un progetto finanziato dall'UE hanno sviluppato una struttura che garantisce agli utenti la possibilità di utilizzare i dati sempre e ovunque sia possibile salvarli e archiviarli.

Non sopportate il fatto che quando tentate di aprire un file di computer compaia un messaggio in cui si legge: "Formato file non valido"? Oppure quando i rivenditori di software e di sistemi operativi annunciano che non supporteranno e non aggiorneranno più i sistemi tradizionali? I formati dei dati, gli hardware, i software e i protocolli TIC sono in costante evoluzione. Ma anche se raccogliamo e manipoliamo così tanti dati, potremmo rischiare di perderli solo perché il loro formato è vecchio oppure l'hardware è stato modificato? La prosperità delle generazioni future si basa sulla possibilità di accedere alle informazioni del passato. I nostri discendenti rischiano quindi di non conoscere nulla in quanto tutto ciò che noi oggi conosciamo è bloccato in sistemi e codici informatici che un giorno potrebbe essere impossibile decifrare? Una struttura per lo sviluppo Il progetto SHAMAN (1), finanziato dall'UE, ha sviluppato una struttura che trasforma in realtà la "preservazione digitale" (DP) per praticamente qualsiasi formato di dati. Le persone saranno in grado di immagazzinare e di archiviare oggetti e informazioni digitali con una certa sicurezza, essendo consapevoli del fatto che questi saranno pienamente accessibili e utilizzabili in futuro, indipendentemente da ciò che l'avvenire ci riserverà. "Grazie all'iniziativa SHAMAN, sono state sviluppate nuove tecnologie che potrebbero consentirci di comunicare con il futuro e di mettere in sicurezza il prezioso mondo digitale che stiamo attualmente creando. Tali strumenti saranno leggibili, accessibili e utilizzabili per le generazioni future", sottolinea Ruben Riestra, coordinatore del progetto. "Contrariamente all'idea generale in base alla quale "il digitale dura per sempre", non bisogna sottovalutare il rischio di perdere contenuti digitali correlati all'obsolescenza di hardware e software, in quanto tale situazione potrebbe arrecare un danno considerevole alle preziose risorse informative", continua Riestra. "Il rapido ritmo di sviluppo delle informazioni digitali non si riflette necessariamente in altre aree; ad esempio, l'Airbus A380 sarà operativo per alcuni decenni e, pertanto, la documentazione digitale della manutenzione dell'aeroplano deve essere archiviata, messa in sicurezza e facilmente accessibile per probabilmente i prossimi 40 o 50 anni". Una soluzione olistica L'"architettura di riferimento SHAMAN" (SRA) offre una visione unificata della preservazione digitale, affrontando il problema da una prospettiva olistica. Il sistema SRA consente alla preservazione digitale di essere integrata ininterrottamente nell'architettura complessiva di un'organizzazione. Lo sviluppo della struttura ha richiesto ai partner del progetto di esplorare le correnti pratiche DP e di creare un'architettura non limitata ad una metodologia DP specifica. Analizzando le preoccupazioni specifiche espresse da coloro che utilizzano i metodi correnti di preservazione digitale in una varietà di organizzazioni, il team SHAMAN è stato in grado di produrre una soluzione che semplifica tale aspetto per le organizzazioni per le quali la preservazione dei contenuti non rappresenta necessariamente il requisito aziendale primario, ma è comunque importante per il successo futuro. La struttura SHAMAN comprende strumenti per l'analisi, la gestione, l'accesso e il riutilizzo degli oggetti e i dati informativi nelle varie biblioteche e archivi. Essa sostiene la preservazione delle informazioni, insieme alle applicazioni e ai servizi specifici che potrebbero essere applicati ai dati, il tutto in base a modalità che i sistemi e le tecnologie del futuro saranno in grado di comprendere ed eseguire. Ad esempio, se si desidera preservare i file di animazione, non ci si può limitare ad archiviare un video; è anche importante poter applicare o riapplicare i processi di post-produzione (come ad esempio le trasformazioni di colori) ai singoli fotogrammi dei video. La struttura di riferimento SHAMAN rende possibile tale scenario. Al di là del cloud L'architettura va anche al di là delle semplici soluzioni di archiviazione del cloud. Come spiega Riestra, "la differenza principale risiede nell'intervallo temporale: l'archiviazione nel cloud riguarda principalmente il breve termine, mentre la preservazione digitale è correlata a questioni quali le migrazioni multiple nel tempo e l'obsolescenza relativa all'hardware ma soprattutto al software". Il cloud consiste attualmente in un'ampia gamma di servizi, soluzioni, piattaforme e tecnologie nelle loro fasi iniziali. "Condividere i contenuti digitali sul cloud rappresenta tuttora un rischio", suggerisce Riestra. "Abbiamo invece bisogno di soluzioni resistenti e a lungo termine, in grado di mettere in sicurezza i dati e i metadati in numerosi formati per il futuro". Applicazioni prototipiche I fautori del progetto SHAMAN hanno prodotto tre applicazioni prototipiche per dimostrare la validità della struttura e per illustrare alcuni strumenti esemplari sviluppati utilizzando l'architettura di riferimento. Il primo prototipo, sviluppato in associazione con la Biblioteca nazionale tedesca, ha dimostrato con successo che il ciclo di vita digitale completo (creazione, assemblaggio, archiviazione, adozione e riutilizzo) potrebbe essere applicato ai libri e ai materiali associati (come ad esempio documenti, slide e video). Il progetto ha illustrato le modalità di applicazione delle informazioni complete, che comprendono metadati e dati strutturali, al contesto di creazione. Inoltre, alcune funzionalità di archiviazione, come ad esempio la migrazione dei formati di immagini da TIFF a JPEG potrebbero essere utilizzate con un elevato livello di fiducia. Il secondo prototipo ha consentito di applicare i concetti della struttura SHAMAN all'industria allo scopo di aumentare l'efficienza, di garantire una conformità legale e di migliorare i tempi di back up. "Nel settore industriale, la preservazione digitale non è ancora ampiamente accettata e si basa su diversi requisiti, spesso guidati da norme legislative. Anche la fiducia, l'autenticità e i diritti di accesso plasmano le soluzioni attualmente offerte e in fase di sviluppo", spiega Riestra. "Il prototipo ha dato prova della possibilità di integrare con successo un sistema di gestione del ciclo di vita del prodotto, con la preservazione digitale integrata, sulla base di un caso di prova di prodotti elettronici di consumo". Il terzo prototipo mirava al settore della scienza, un'area che genera un ampio volume di dati ed è basata sulla continua necessità di gestirli. "Abbiamo creato tre scenari: volevamo dimostrare in che modo fosse possibile catturare e preservare i dati provenienti dai sensori dall'ingegneria civile (sicurezza delle dighe), i flussi di lavoro scientifici e i dati sperimentali nella fisica delle particelle", afferma Riestra. "In queste aree è necessario archiviare, gestire e riutilizzare una grande quantità di dati complessi in numerosi formati diversi e, in tale contesto, l'infrastruttura SHAMAN è stata anche in grado di gestire tale aspetto in modo efficace, dimostrando inoltre la sua flessibilità". Il progetto SHAMAN ha già contribuito alla preservazione delle informazioni digitali per riferimento futuro da parte di una varietà di organizzazioni, comprese università, aziende tecniche, spin-off tecnologiche e biblioteche nazionali. Mediante lo sviluppo di una soluzione olistica, progettata allo scopo di fornire benefici multipli alle organizzazioni, l'iniziativa SHAMAN ha consentito di sviluppare un'architettura che rende la DP semplice e attraente. Si spera che quei noiosi messaggi di errore rimangano una macchia nera del passato (e probabilmente una delle poche cose che potremmo non voler preservare). Il progetto SHAMAN ha ricevuto un finanziamento di ricerca di 8,4 milioni di euro (del bilancio totale del progetto di 12,29 milioni di euro) nell'ambito del Settimo programma quadro (7° PQ) dell'UE nell'area tematica delle "biblioteche digitali e apprendimento assistito dalla tecnologia". (1) "Sustaining heritage access through multivalent archiving" Link utili: - Sito web "Sustaining heritage access through multivalent archiving" - Scheda informativa del progetto SHAMAN su CORDIS