Un metodo combinatorio per una migliore diagnostica per immagini del cervello
La magnetoencefalografia (MEG) è una tecnica di imaging tridimensionale (3D) che misura i campi magnetici generati dalla trasmissione del segnale neuronale nel cervello. Questo metodo può quindi mappare l'attività del cervello e generare immagini funzionali che potrebbero essere utilizzate per studiare i processi cognitivi e percettivi del cervello. La MEG però non offre alcuna informazione strutturale, al contrario dell'imaging a risonanza magnetica (MRI) che fornisce la visualizzazione delle strutture molli del corpo, come il cervello e i muscoli. La MRI a campi ultra bassi (ultra-low field o ULF) è un'alternativa conveniente alla MRI tradizionale e fornisce un migliore contrasto e una migliore precisione geometrica dei tessuti del corpo. Inoltre, il campo magnetico a bassa intensità rende la procedura adatta alle donne incinte, ai bambini e ai pazienti con pacemaker. Il progetto MEGMRI ("Hybrid MEG-MRI imaging system"), finanziato dall'UE, desiderava riunire le tecnologie di MEG e MRI per sviluppare uno scanner ibrido. Questo progresso permetterebbe di condurre simultaneamente un imaging strutturale e funzionale del cervello umano. Come primo passo, il consorzio si è proposto di determinare il tipo di sensori ottimali per lo scanner ibrido. A questo fine, i partner hanno ottimizzato tre diversi tipi di sensore, dispositivi superconduttori a interferenza quantistica a bassa temperatura e ad alta temperatura (SQUID) e sensori misti basati sulla magnetoresistenza gigante (GMR). Sono stati prodotti tre sistemi, ciascuno con sensori, geometria, sistema di avvolgimento ed elettronica diversi. Il prototipo di scanner finale del MEGMRI usava una rete di 72 sensori, migliorando significativamente le prestazioni rispetto ai dispositivi costruiti prima. Le applicazioni dello scanner ibrido del progetto potrebbero comprendere la diagnostica prima della neurochirurgia come la resezione di tumori o della corteccia epilettogena in pazienti affetti da epilessia resistente ai farmaci. Immagini funzionali e anatomiche migliori ridurrebbero il bisogno di registrazioni interoperative in futuro. La MRI a campi ultra bassi potrebbe essere sfruttata anche per la diagnostica del cancro. Una migliore precisione anatomica negli studi con MEG e MRI potrebbe farci capire meglio il legame tra l'attività neuronale e il comportamento.