Alla velocità della luce (laser)
La velocità dei supporti magnetici, quali hard disc o memoria magnetica ad accesso casuale (MRAM), è un fattore importante alla base della tecnologia. Nonostante si chiamino dispositivi di memoria, la funzionalità di questi supporti si basa sull'accesso e sul recupero dei dati da elaborare. In base alla tecnologia attuale per l'inversione della magnetizzazione, la velocità di questi dispositivi spintronici si sta avvicinando al limite. Il controllo della magnetizzazione con la luce è un approccio promettente, date le pulsazioni molto rapide dei laser ultrarapidi, ora nell'intervallo dei terahertz (THz) (trilioni di cicli al secondo). Ma è necessario affrontare molte problematiche prima di ottenere una vera "rivoluzione" optomagnetica THz nella registrazione magnetica e nel trattamento delle informazioni. Gli scienziati hanno quindi avviato il progetto Ultramagnetron ("Ultrafast all-optical magnetization reversal for magnetic recording and laser-controlled spintronics"), finanziato dall'UE. Gli studiosi hanno prima cercato di capire in modo approfondito l'inversione della magnetizzazione indotta da laser nei nanomagneti più piccoli di 300 nanometri (nm). Grazie a queste conoscenze hanno sviluppato dei metodi per controllare l'inversione ultrarapida (meno di 100 picosecondi (ps)) con risoluzione spaziale o localizzazione su nanoscala, meglio di 300 nm. Poi hanno migliorato la velocità dell'inversione della magnetizzazione a meno di 1 ps usando il controllo ultrarapido laser a femtosecondi. Ultramagnetron ha fatto avanzare notevolmente l'opto-nanomagnetismo. Gli scienziati hanno scoperto nuovi meccanismi di inversione della magnetizzazione su una scala inferiore a 100 ps in strutture di dimensioni fino a 200 nm. In particolare il consorzio ha sviluppato nuovi approcci per il controllo del nanomagnetismo su scala temporale ps che in precedenza non si potevano nemmeno prevedere. I partner industriali stanno valutando il futuro della tecnologia optomagnetica nelle loro linee produttive. Grazie ai risultati di Ultramagnetron, potrebbero essere presto possibili dispositivi magnetici di memoria ed elaborazione ultrarapidi.