Come ha fatto l’edera a ispirare un nuovo tipo di robot?
Piante e robot possono sembrare agli estremi opposti dello spettro tecnologico ma possiamo imparare molto studiando il modo in cui le piante crescono, si arrampicano e si muovono. Con il sostegno del progetto GrowBot, finanziato dall’UE, un gruppo di ricercatori sta integrando le capacità di arrampicata delle piante nella progettazione robotica. Il progetto è stato adesso inserito nella serie di video esplicativi di CORDIS intitolata «Make the Connection with EU science». «Volevamo sviluppare robot a bassa massa e basso volume in grado di ancorarsi, navigare in spazi vuoti e muoversi efficacemente in scenari in cui gli attuali robot arrampicatori, basati su ruote, gambe o binari, potrebbero bloccarsi o cadere», spiega Barbara Mazzolai, direttore associato per la robotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia e coordinatrice del progetto GrowBot. Il team sta continuando a sviluppare le proprie tecnologie e piattaforme, concentrandosi nello specifico sul miglioramento della progettazione e del controllo dei robot a crescita autonoma. I ricercatori del progetto stanno già esplorando l’uso di robot morbidi simili a piante che si arrampicano come sensori ambientali lungo le pendenze verticali o orizzontali all’interno e intorno agli edifici. Tra le altre applicazioni figurano l’esplorazione di ambienti angusti e pericolosi e le missioni di ricerca e salvataggio in edifici crollati. «Make the connection with EU science» è una serie di video esplicativi incentrati su contenuti scientifici e sugli aspetti utili e vantaggiosi dei progetti di ricerca dell’UE.
Parole chiave
GrowBot, piante, robot, progettazione robotica, piante rampicanti, agricoltura di precisione, produzione additiva