L’ecologia dei banani, del suolo e delle radici svela percorsi sostenibili per il controllo di parassiti e malattie
La crescita della popolazione e i cambiamenti climatici a livello mondiale stanno esercitando una forte pressione sulla filiera agroalimentare, rendendo ancora più impellente la necessità di proteggere colture preziose da parassiti e malattie. Le piante di banana si dimostrano particolarmente vulnerabili e, al momento, la loro protezione si basa sull’uso di pesticidi e fungicidi chimici. Il progetto MUSA, finanziato dall’UE, si prefiggeva di elaborare approcci più sostenibili per le piante di banana sfruttando i microrganismi e gli insetti che fungono da guardiani delle piante. Secondo il coordinatore del progetto MUSA, Aurelio Ciancio dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche italiano: «Qualsiasi organismo nocivo per le piante ha una schiera di nemici naturali che possiamo utilizzare contro di esso. Tra questi agenti di biocontrollo figurano microrganismi, quali funghi, batteri o persino virus, nonché insetti e acari benefici che sfoggiano comportamenti antagonisti contro uno o più tipi di parassiti. Alcuni di questi, solitamente funghi e batteri, vivono all’interno delle radici o delle foglie delle piante, e sono definiti “endofiti”». L’obiettivo del progetto MUSA consisteva proprio nell’individuazione e nel dispiegamento di quelli utili ai banani.
Lo straordinario microbioma delle piante
Gli scienziati coinvolti nel progetto MUSA hanno intrapreso un’indagine approfondita sull’ecologia del suolo e delle radici dei banani alla ricerca delle nemesi naturali delle maggiori minacce per i banani nell’Africa subsahariana, nelle Isole Canarie e nei Caraibi. Tra questi spiccano i nematodi, il punteruolo della banana e il fungo responsabile del fatale avvizzimento da fusariosi. Il gruppo responsabile del progetto ha raccolto migliaia di agenti di biocontrollo ed endofiti batterici e fungini promettenti da raccolte svolte in paesi partner, scoprendo e sequenziando nuovi isolati. Le verifiche controllate hanno dimostrato la presenza di numerose opportunità per il controllo biologico di parassiti e malattie. Ad esempio, alcuni funghi del genere Trichoderma si sono rivelati estremamente efficaci nella gestione dei nematodi parassitari o degli insetti, spianando la strada a un nuovo approccio di biocontrollo dei punteruoli. Gli isolati del fungo Pochonia e dei batteri Pseudomonas hanno portato a termine con successo la lotta contro la diffusione di nematodi, punteruoli e fusariosi. Inaspettatamente, gli scienziati hanno scoperto che il fungo endofitico Pochonia nelle radici dei banani innescava inoltre l’attivazione di geni di difesa nelle foglie. Nessuno studio sull’agricoltura può ritenersi completo senza prendere in esame l’impatto del clima in mutamento. Il progetto MUSA ha pubblicato i risultati che mostrano gli effetti aggravati dei cambiamenti climatici sulle infezioni micotiche responsabili di malattie terribili delle foglie, come ad esempio la Sigatoka nera.
Guidare la natura a compiere la sua magia in modi che giochino a nostro favore
Le sperimentazioni sul campo condotte a Cuba hanno raccolto i frutti di schierare la natura contro sé stessa a beneficio dell’approvvigionamento alimentare e dell’economia a livello mondiale. Tradizionalmente, la propagazione delle piante di banana avviene tramite il trapianto di piccole piante «figlie» derivanti da pianti «madri» che crescono nei campi, il che fa correre il rischio di diffondere piante malate. I laboratori in vitro cubani del progetto MUSA hanno introdotto endofiti benefici di Trichoderma nelle piante durante la produzione delle piante destinate agli agricoltori. Ciò si è tradotto in un calo nelle perdite legate all’azione dei funghi patogeni, a vantaggio di oltre 100 agricoltori che hanno assistito a un incremento delle entrate di circa 4 500 euro, avvicinandosi così al reddito medio netto pro capite del 2016 di Cuba. Il ministero dell’Agricoltura cubana ha raccomandato l’attuazione di una misura politica nazionale volta all’incorporazione di agenti biologici/endofitici nelle piante di banana e platano durante la produzione. Il progetto MUSA ha contribuito in maniera incisiva a promuovere opportunità per una gestione delle colture dalle tinte più verdi. Ciancio conclude: «Prima del progetto MUSA, erano presenti poche alternative biologiche alle sostanze chimiche utilizzate sulle piante di banana. Abbiamo approfondito le conoscenze sul microbioma dei banani arrivando alla scoperta di un arsenale di strumenti biologici di controllo dei parassiti e delle malattie, dimostrando in definitiva che è possibile adottare un approccio più sostenibile». Questa è un’ottima notizia per gli agricoltori, le nostre tavole e il pianeta.
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