Ridurre la contaminazione da micotossine in alimenti e mangimi
Le micotossine, composti prodotti da funghi microscopici, sono dannose per l’uomo e gli animali e provocano malattie che vanno dall’avvelenamento acuto all’immunodeficienza, nonché ad alcuni tipi di cancro. Possono infettare le piante lungo il ciclo di crescita, nonché contaminare le colture durante la conservazione e, attraverso mangimi infetti, anche i prodotti di origine animale quali latte, uova e carne. Un recente studio ha confermato la stima del 1985 dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) secondo cui la contaminazione da micotossine era presente nel 25 % delle colture alimentari a livello globale. Metodi analitici migliorati suggeriscono che la presenza al di sotto dei livelli rilevabili è stata probabilmente sottostimata. Il progetto MycoKey supportato dall’UE, sulla scia del precedente progetto MYCORED, ha sviluppato nuove procedure e strumenti per ridurre la contaminazione da micotossine nei campi, nei mangimi e nelle catene di approvvigionamento successive al raccolto. «Poiché l’introduzione di colture più sicure all’inizio della filiera alimentare riduce i rischi per la salute, abbiamo dato la priorità a una prevenzione più rispettosa dell’ambiente e a un rilevamento più rapido della contaminazione da micotossine sul campo», spiega Antonio F. Logrieco, coordinatore del progetto MycoKey e direttore dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche in Italia. «Abbiamo anche sviluppato soluzioni per favorire il processo di alimenti e mangimi».
Nuove soluzioni per la catena di approvvigionamento
Per lo studio, MycoKey ha selezionato principalmente cereali quali orzo, mais e grano, insieme a frutta secca e uva. Il progetto si è concentrato sulle micotossine di particolare interesse per le autorità di regolamentazione: aflatossine, deossinivalenolo, fumonisine, tossine T-2 e HT-2, zearalenone e ocratossina A. Il team ha testato con successo strategie di biocontrollo utilizzando microrganismi non tossigeni introdotti in catene di grano e mais nell’UE e in Cina. Tali agenti di biocontrollo hanno ridotto con successo l’accumulo di deossinivalenolo nel grano dal 69 % all’85 % e, nel caso del mais, hanno diminuito la presenza di aflatossine dal 98 % al 100 %. Il team ha anche creato un sistema prototipo di supporto decisionale, disponibile tramite un’applicazione open-source, per prevedere la presenza di micotossine in alcune colture. Il tutto è stato supportato da strumenti di monitoraggio, che comprendevano il rilevamento rapido di multi-micotossine nella polvere di cereali. I campioni provenienti da questo dispositivo possono essere analizzati sul campo mediante test su strisce oppure inviati a un laboratorio per la valutazione con la spettrometria di massa. Per i raccolti contaminati, sono state sviluppate tecnologie di pulizia migliorate da utilizzare nei macchinari di selezione: la pulizia su scala industriale utilizzata nel separatore meccanico Grain Plus ha ridotto le aflatossine nel mais di fino al 100 %. Il team ha sviluppato inoltre un processo di fermentazione basato sul lievito, per la produzione di biogas e bioetanolo da lotti contaminati. Per i mangimi contaminati, sono state testate le bentoniti come agenti disintossicanti con i partner industriali Laviosa e Lesaffre; infatti, le bentoniti mescolate al mangime assorbono le micotossine, riducendone la biodisponibilità. «Tramite l’utilizzo di questi agenti, trattamenti e strumenti di biocontrollo, gli agricoltori dispongono di soluzioni sostenibili in linea con la strategia “Dal produttore al consumatore”», afferma Logrieco.
Un regolamento alimentare sicuro
Anche se le buone pratiche agronomiche, quali lavorazione del terreno, varietà di piante resistenti e fungicidi, possono mitigare la contaminazione da micotossine, i cambiamenti climatici hanno portato a funghi più tossigeni in grado di superare la resistenza delle piante e i fungicidi. MycoKey supporta il Green Deal europeo adattando le pratiche agronomiche per ridurre l’uso di prodotti chimici per l’agricoltura. Il progetto ha anche istituito collegamenti con gruppi scientifici che lavorano sulle micotossine in Cina, che hanno assunto dimensioni sempre più preoccupanti per le autorità europee, data l’importazione di colture cinesi. «MycoKey ha fornito nuove informazioni, ad esempio sulla tossicocinetica e sulle forme modificate di deossinivalenolo, zearalenone e aflatossina, che possono aiutare i regolatori europei in materia di sicurezza alimentare e sostenere l’industria ad adattare i propri processi di trasformazione alimentare», aggiunge Logrieco. I risultati di MycoKey saranno ora utilizzati anche in altri progetti sulla sicurezza alimentare, ad esempio come input per esercizi di mappatura nel progetto FoodSafety4EU, supportato dall’UE, nonché come input per la formazione in MycoTWIN.
Parole chiave
MycoKey, micotossine, cibo, contaminazione, colture, grano, mais, mangimi, bentoniti, orzo