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Ecological and Evolutionary consequences of predator-prey phenological match-mismatch driven by climate change

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Come i cambiamenti climatici incidono sulle popolazioni predatrici

I cambiamenti ambientali hanno conseguenze sconosciute per le popolazioni animali, tra cui i predatori. I ricercatori stanno studiando la genetica che sta alla base della modalità adottata dalle popolazioni di predatori per affrontare i cambiamenti, usando come modello il falco della regina.

È importante comprendere come le popolazioni vegetali e animali affrontano i cambiamenti climatici e quali capacità hanno per poter continuare ad esistere nonostante l’aumento della temperatura globale e i cambiamenti ambientali in corso. Gli scienziati ora sanno che i cambiamenti ambientali possono coincidere con i cambiamenti evolutivi negli animali colpiti dai cambiamenti climatici, ma si sa poco sul ruolo svolto dai cambiamenti ambientali nei tratti genetici. Il progetto EcoEvoClim, finanziato dall’UE, si prefigge di studiare il ruolo della variazione genetica e della plasticità nella risposta evolutiva dei predatori. La ricerca, condotta da Laura Gangoso, ha utilizzato le colonie di falco della regina (Falco eleonorae) nelle Isole Canarie spagnole come sistema modello per osservare i cambiamenti di colore associati ai tratti comportamentali.

Ripercussioni ad ampio raggio

I cambiamenti climatici hanno indotto questi uccelli migratori a cambiare le loro abitudini riproduttive: quelli che si riproducono in Europa e svernano a sud del Sahara hanno anticipato la riproduzione, mentre quelli che svernano a nord del Sahara l’hanno ritardata. «La popolazione canaria dei falchi della regina può essere considerata come una sentinella dei processi ambientali che si verificano su larga scala spaziale», ha affermato Gangoso. I ricercatori hanno studiato il ruolo della variazione genetica attraverso i diversi colori del piumaggio e la plasticità (la capacità dell’uccello di regolare la riproduzione e i tentativi di caccia). Hanno quantificato come i cambiamenti climatici influenzino il legame tra il picco di abbondanza alimentare e i tempi di riproduzione in questo predatore specializzato. Gangoso e il suo team hanno svelato il meccanismo attraverso il quale gli alisei atlantici stabiliscono la vitalità della popolazione di falchi della regina proveniente dalle Isole Canarie. «Questo studio rappresenta un buon esempio della necessità di applicare metodi multidisciplinari per rispondere a domande complesse», ha osservato la dott.ssa Gangoso. Sono state utilizzate osservazioni sul campo, rilevamento GPS dei falchi, monitoraggio radar e modellizzazione della preda per integrare le ripercussioni dei venti regionali.

Monitoraggio e modellizzazione per ridurre l’incertezza

Il team di EcoEvoClim ha sviluppato un modello che spiega il 90 % della variazione della produttività annuale dei falchi in un decennio, fornendo uno strumento predittivo affidabile sullo stato di salute della popolazione. Lo studio funge da prova di concetto che collega le condizioni climatiche e le popolazioni animali attraverso un monitoraggio a lungo termine sul campo, sofisticati strumenti di osservazione e modelli meccanicistici. Purtroppo, c’è ancora qualche incertezza su come i cambiamenti climatici continueranno a colpire questa popolazione di falchi in futuro. «Sebbene il futuro sia incerto, disporre di un potente modello predittivo dello stato di salute della popolazione costituirà la base per previsioni accurate quando saranno disponibili modelli climatici attendibili», ha dichiarato Gangoso. Nel valutare il ruolo della variazione genetica nella capacità delle popolazioni di rispondere plasticamente ai cambiamenti climatici, i ricercatori di EcoEvoClim hanno analizzato dati a lungo termine (2007-2017) sul successo riproduttivo dei falchi in riferimento alla variazione genetica del colore del piumaggio. Hanno scoperto che differenze nelle tattiche riproduttive tra i maschi potevano essere spiegate dal cannibalismo, in particolare quando l’offerta alimentare è bassa. «Questo suggerisce che gli schemi di accoppiamento potrebbero interagire con altri fattori e dare origine alla maggiore produzione riproduttiva di maschi scuri osservata solo in determinate condizioni ambientali», ha spiegato Gangoso. I ricercatori del progetto stanno ancora analizzando la risposta ecoevolutiva delle popolazioni predatrici alla desincronizzazione fenologica (dei cicli vitali) dovuta ai cambiamenti climatici. «Il progetto è inteso a perdurare a lungo termine che mi auguro possa essere continuato in futuro», ha dichiarato.

Parole chiave

EcoEvoClim, cambiamenti climatici, falco della regina, popolazione predatrice, variazione genetica, plasticità, risposta evolutiva, stato di salute della popolazione

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