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Contenuto archiviato il 2023-04-13

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Sfruttare la potenza delle microonde per riciclare la plastica

Alcuni scienziati hanno sviluppato un metodo innovativo per disintegrare il polietilene tereftalato (PET) di bottiglie di plastica e tessuti per poterlo riutilizzare in diversi prodotti.

Nonostante gli sforzi continui per ridurre i rifiuti in plastica, solo una piccola parte viene riciclata. Nell’UE, ad esempio, la percentuale di rifiuti in plastica riciclati è inferiore al 30 %. Una parte di questi viene esportata nei paesi non UE per il trattamento, mentre il resto confluisce nelle discariche o viene incenerito, oppure finisce sulle spiagge, nelle foreste, nei fiumi e in mare. Per affrontare questa sfida, il progetto DEMETO, finanziato dall’UE, sta testando una nuova tecnologia per offrire un’alternativa sostenibile, pulita, sicura e redditizia al trattamento dei rifiuti in plastica di PET/poliestere. Il PET è un polimero termoplastico di uso generale ampiamente utilizzato nell’industria degli imballaggi e dell’abbigliamento. In un articolo del partner del progetto, la Technical University of Denmark, il professor Ioannis V. Skiadas afferma: «Combinando la nuova tecnologia a microonde con una nota reazione chimica, è stato creato un processo unico che ci permette di riciclare il PET in maniera efficiente dal punto di vista economico e di utilizzare il metodo di riciclaggio a livello industriale».

Riciclaggio chimico

A differenza del metodo di riciclaggio meccanico comunemente utilizzato, che prevede la separazione del polimero dai contaminanti e la sua trasformazione in granuli con mezzi meccanici, DEMETO concentra l’attenzione sul trattamento chimico del PET. Sviluppata nell’ambito del progetto SYMBIOPTIMA, finanziato dall’UE, la tecnologia a radiazioni di microonde, insieme ai processi chimici associati, comporta la scomposizione dei polimeri per raccoglierne gli elementi costitutivi da riutilizzare quale materiale vergine per la produzione della plastica. Con l’espressione plastica vergine, o primaria, si indica la plastica appena estratta che non è mai stata utilizzata o lavorata prima. In un opuscolo del progetto si legge che il metodo DEMETO «utilizza l’idrolisi alcalina come reazione di depolimerizzazione». La tecnica di depolimerizzazione DEMETO è stata sviluppata dalla società gr3n, anch’essa parte del progetto SYMBIOPTIMA in qualità di partner. Il sito web del progetto riporta: «Grazie all’adozione delle radiazioni a microonde come catalizzatore energetico, DEMETO è in grado di ridurre i tempi di reazione e la complessità delle fasi di purificazione del PTA (acido tereftalico purificato), aumentando al contempo la produttività attraverso un processo continuo (al posto della lavorazione in lotti tipica dello stato dell’arte del settore industriale)».

La «vita indefinita» del PET

Il sito web del progetto aggiunge che «la tecnologia di riciclaggio DEMETO offrirà al PET una vita indefinita, consentendo di riportarlo agli elementi che lo compongono (etilenglicole e acido tereftalico depurato) senza degradare i materiali e, quindi, aprendo la strada a un’economia circolare dirompente e su larga scala per i prodotti in plastica». Uno dei principali vantaggi del progetto sarà la riduzione dell’impatto ambientale della produzione e dell’utilizzo del PET. «Grazie al processo di depolimerizzazione, il PET post-consumo può essere visto come un’alternativa a gas e petrolio», come indicato nel sito web di gr3n. Questo perché «gli elementi costitutivi del nuovo PET vergine provengono dai rifiuti» piuttosto che da risorse fossili. Il termine del progetto triennale DEMETO (Modular, scalable and high-performance DE-polymerization by MicrowavE TechnolOgy) è previsto per la fine del 2020. I partner del progetto sperano che la loro tecnologia venga applicata a diverse forme di plastica, comprese le fibre come il nylon o il poliestere che vengono utilizzate in tappeti e tessuti. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto DEMETO

Paesi

Italia

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