Rilevamento, risposta e valutazione d’impatto migliorati delle fuoriuscite di petrolio dall’Artico
I cambiamenti climatici potrebbero introdurre nuove rotte di navigazione nell’Artico. Nel caso in cui queste portino a fuoriuscite di petrolio, a causa della lontananza dell’area, le attrezzature di risposta convenzionali potrebbero non essere disponibili entro un lasso di tempo ragionevole e le condizioni di freddo e ghiaccio potrebbero richiedere attrezzature appositamente adattate. Il progetto GRACE (Integrated oil spill response actions and environmental effects), finanziato dall’UE nell’ambito dell’Azione per la ricerca e l’innovazione, ha condotto una serie di test per sviluppare migliori strumenti di monitoraggio, risposta e valutazione dell’impatto. Questi sono culminati nello strumento analitico Environment & Oil Spill Response (EOS) per la valutazione ambientale a supporto della pianificazione della risposta alla fuoriuscita di petrolio, presto disponibile gratuitamente su Internet.
Osservazione
Il sistema di monitoraggio GRACE ha misurato il petrolio nell’acqua in mare aperto, principalmente nei canali navigabili, la posizione più probabile degli sversamenti. Il principale metodo di misurazione utilizzato è stato la fluorescenza UV, che è stata testata su diverse piattaforme, tra cui navi sistema FerryBox, boe SmartBuoy e altre piattaforme (ad es. vele, boe derivanti, ecc.). Il sistema di gestione dei dati collegato consente agli utenti di visualizzare dati ad alta risoluzione in tempo reale utilizzando interfacce web. Il sistema può attivare allarmi quando si verificano fuoriuscite di petrolio, oltre a presentare dati in grafici e tabelle per aiutare gli utenti a generare probabilità statistiche di fuoriuscite di petrolio. È stato inoltre sviluppato un modello di probabile distribuzione di petrolio per una zona costiera vicino a Tallinn, nel Mar Baltico, a seguito di una fuoriuscita.
Valutazione e risposta all’impatto
In laboratorio, GRACE ha studiato l’effetto dei componenti del petrolio disciolti nell’acqua sotto una chiazza di petrolio. Il team ha sovrapposto l’acqua con il petrolio, quindi dopo una miscelazione di circa 2 giorni ha testato le cellule di una serie di organismi presenti nell’acqua, da copepodi e mitili a embrioni e larve di pesci zebra. A ciò è seguita la misurazione della risposta fisiologica all’esposizione. I risultati hanno mostrato che il petrolio disperso nella stragrande maggioranza dei casi era più tossico per gli organismi rispetto al petrolio non disperso e che il petrolio più raffinato sembrava più tossico del greggio. «I risultati hanno indicato che i disperdenti dovrebbero essere usati con cautela, specialmente in ecosistemi sensibili come l’Artico e il Mar Baltico», afferma Kirsten Jørgensen, coordinatrice del progetto presso l’istituto finlandese per l’ambiente (SYKE). Il team della RWTH Aachen University è stato anche in grado di trovare collegamenti tra danno genetico, metabolico e visivo nel biota dovuto al petrolio. Ad esempio, hanno osservato disturbi dello sviluppo degli occhi nei pesci zebra. A seguito di ciò, GRACE ha definito un insieme di biotest adatti per approfondire gli impatti delle fuoriuscite di petrolio sugli organismi, nonché il primo prototipo di biosensore a flusso continuo di petrolio che utilizza embrioni di pesce zebra schiusi. È stata valutata l’efficacia del recupero meccanico, della dispersione, della combustione in situ e dell’attenuazione naturale (senza fare nulla) nell’affrontare gli sversamenti, in tutte le quattro stagioni. Queste strategie sono state valutate separatamente per il loro impatto su specie/organismi, dalle persone alle popolazioni, sulla superficie del mare, nell’acqua di mare, sul fondo marino e sul litorale. Questa procedura è stata inclusa nello strumento EOS insieme a una guida per aiutare gli utenti con i calcoli necessari per il processo decisionale.
Vantaggi più ampi
Lo strumento analitico EOS è attualmente in fase di collaudo presso l’Università di Aarhus e l’Istituto di risorse naturali della Groenlandia. Il team prevede di lanciare lo strumento open source gratuito entro la fine di ottobre 2019. «Il nostro lavoro promuove anche le potenzialità commerciali per le aziende coinvolte nella produzione di apparecchiature di risposta al petrolio e in servizi di monitoraggio, nonché nel rafforzare l’accettazione da parte del pubblico delle attività in mare aperto soggette a valutazioni ambientali approfondite», afferma la Jørgensen.
Parole chiave
GRACE, fuoriuscite di petrolio, inquinamento, ecosistemi acquatici, Artico, navigazione, pesce zebra, biotest, fluorescenza UV, boe, chiazza di petrolio