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Una nuova generazione di trapianti di fegato grazie alla ricerca dell'UE

La domanda di trapianti di fegato supera da sempre l'offerta, con oltre 10 000 persone in lista d'attesa per un trapianto di fegato solo nell'UE. Questo squilibrio tra domanda e offerta significa che il 14 % dei pazienti che hanno bisogno di un trapianto di fegato purtroppo no...

La domanda di trapianti di fegato supera da sempre l'offerta, con oltre 10 000 persone in lista d'attesa per un trapianto di fegato solo nell'UE. Questo squilibrio tra domanda e offerta significa che il 14 % dei pazienti che hanno bisogno di un trapianto di fegato purtroppo non ricevono un organo. RE-LIVER, un progetto finanziato dall'UE per la medicina rigenerativa, si propone di risolvere questo problema sviluppando una nuova generazione di trapianti di fegato. Il progetto si concentra sulla ricostruzione di un fegato bioartificiale biomimetico. Per il suo lavoro, il team del progetto utilizza una tecnologia originariamente pensata per l'impiego nello spazio. Coordinato dalla Medicyte, un'azienda tedesca che si occupa di scienze della vita, il consorzio del progetto comprende un misto di partner industriali e accademici: l'Università di Manchester (Regno Unito), l'Università degli Studi di Pisa (Italia), la GABO:mi in Germania e l'Electrospinning Company (TECL) nel Regno Unito. Il progetto, che si concluderà a metà 2015, sta sviluppando mini organi di fegato, cresciuti artificialmente, detti organoidi. Questi organoidi sono fatti di cellule che espletano le funzioni delle cellule epatiche e potrebbero essere usati per curare malattie correlate al fegato come l'emofilia. Gli organoidi si potrebbero trapiantare nel corpo per integrare, o persino rimpiazzare, l'attività epatica non più esistente. Rispetto alle cure attuali, gli organoidi presentano un rischio più basso di immunogenicità e un livello ridotto di rigetto immunitario. Questo aumenterà le probabilità di successo delle cure per i pazienti affetti da gravi malattie epatiche metaboliche e ridurrà la loro dipendenza da farmaci immunosoppressori. Il primo gruppo individuato per ricevere gli organoidi sviluppati è costituito da pazienti con una disfunzione metabolica congenita, come l'emofilia A. Ci sono 15 000 malati di emofilia A idonei che potrebbero ricevere questi organoidi funzionali. Gli organoidi potrebbero anche essere usati per la cura di altre malattie metaboliche come il disturbo del ciclo dell'urea (UCD). Il dott. Joris Braspenning, di Medicyte, coordinatore del consorzio, osserva: "L'associazione dei nostri settori di competenza complementari ci permette di raggiungere una più profonda comprensione della complessa creazione di fegati bioartificiali, ma costituisce anche un approccio innovativo per lo sviluppo migliore e più rapido di strumenti diagnostici e prodotti a base di cellule. Sarà un importante vantaggio per le Terapie avanzate di domani e ovviamente per i malati affetti da malattie epatiche". Una parte del progetto RE-LIVER si occupa di associare la tecnologia spaziale e un processo conosciuto come elettrofilatura, nel quale viene usata una carica elettrica per produrre fibre che sono cento volte più sottili di un capello umano. Queste fibre sono filate elettronicamente in microscopiche strutture tridimensionali. Le strutture sono composte da polimeri sintetici per uso medico che imitano il comportamento cellulare dei tessuti umani. Uno dei partner del progetto, l'Electrospinning Company (TECL), è un'azienda creata dal Science and Technology Facilities Council (STFC) nel Regno Unito, nel quale è stata sviluppata questa tecnologia spaziale.Per maggiori informazioni, visitare: RE-LIVER http://www.reliver.eu/ Scheda informativa del progetto

Paesi

Germania

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