Specie marine e terrestri si spostano a causa dei cambiamenti climatici
Un team internazionale di scienziati ha scoperto che gli organismi o si adattano o si spostano per seguire i cambiamenti dell'ambiente, sia nel tempo che nello spazio, allo scopo di combattere i cambiamenti climatici. Presentato nella rivista Science, lo studio, che si concentra sul riscaldamento oceanico, mostra come il cambiamento climatico stia modificando le temperature medie annuali e stagionali su terra e mare, e potrebbe colpire l'ecologia costiera dell'Irlanda del Nord nel Regno Unito. Analizzando la velocità di spostamento e la direzione della fauna marina e terrestre che tenta di garantire il mantenimento delle loro temperature favorite, lo studio mostra come i pesci nuotino per molti chilometri mentre altri organismi biologici siano invece inclini a rimanere sul posto. I dati evidenziano che le temperature primaverili e autunnali tipiche nell'acqua stanno cambiando molto più velocemente rispetto alle temperature sulla terraferma. Ricercatori provenienti da Australia, Danimarca, Germania, Sud Africa, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti hanno mappato la diffusione verso nord delle temperature medie di mare e terra, che stanno aumentando a una velocità bassa. Secondo il team, vari animali marini e terrestri e specie vegetali si sposteranno entro il 2062 allo scopo di assicurare la propria sopravvivenza. Le località prescelte saranno le "zone fresche di benessere" attorno alla costa settentrionale; queste aree offriranno temperature ideali per le varie specie. Allo scopo di valutare le potenziali risposte al cambiamento climatico della vita marina per quanto riguarda adattamento e trasferimento, i ricercatori hanno usato registrazioni delle temperature globali, scoprendo che le temperature sulla terraferma sono aumentate di ben 1,2° Celsius negli ultimi 50 anni mentre le temperature del mare sono aumentate solo di un terzo di quel valore. Le loro scoperte indicano che, anche se l'aumento di temperatura può sembrare trascurabile, le ripercussioni ecologiche si sono già fatte sentire. I dati mostrano che le fasce delle temperature si stanno muovendo verso il polo: le temperature primaverili stanno arrivando prima e quelle autunnali invece più tardi. A questo problema si sommano i crescenti livelli globali di emissioni di gas serra. "Il nostro studio ha delle dimensioni globali, nazionali e locali molto significative," dice uno dei direttori dello studio, il dott. David Schoeman dell'Istituto di ricerca in scienze ambientali presso la University of Ulster nel Regno Unito, uno degli autori della ricerca, "che segnalano la preoccupazione riguardante la futura vita dei coralli in zone dell'Oceano Pacifico occidentale, allo scopo di accrescere la consapevolezza sugli effetti del riscaldamento che si stanno diffondendo sulle nostre aree costiere." Il dott. Michael Burrows dell'Associazione scozzese per la scienza marina nel Regno Unito è stato l'altro condirettore dello studio. Dei cambiamenti in varie regioni indicano l'importanza delle creature marine che rispondono al clima mutevole molto più rapidamente rispetto ai loro omologhi terrestri. Commentando la situazione dell'Irlanda del Nord, il dott. Schoeman ha detto: "L'oceano che si sta riscaldando dovrebbe tendere a spostare le specie verso nord lungo la costa orientale e quella occidentale dell'Irlanda, andando a convergere sulla costa settentrionale di Antrim. Risulta interessante notare che le temperature stanno risalendo la costa orientale a una velocità da 5 a 10 km all'anno e invece a una velocità pari alla metà lungo la costa occidentale. Sulla terraferma, le temperature si stanno spostando a velocità comprese tra i 2 e i 5 km all'anno nella parte orientale e a oltre 20 km all'anno in quella occidentale. Ciò suggerisce che le specie legate alla terra che seguono i cambiamenti della temperatura potrebbero arrivare alla costa nel giro di alcuni decenni." Gli scienziati affermano che, anche se sono stati compiuti dei progressi in questo campo negli ultimi anni, deve essere fatto ancora molto altro lavoro. "Non ci possiamo permettere di dimenticare ciò che non vediamo," sottolinea il ricercatore dell'Ulster. "Il mare ci fornisce molti servizi che la società ancora non apprezza pienamente e, senza una comprensione dei cambiamenti che dovranno probabilmente affrontare, noi abbiamo una scarsa capacità di pianificare." Il team spera di aumentare la consapevolezza riguardante la nostra dipendenza dalla biodiversità marina; essi stanno reclamando maggiori finanziamenti per la ricerca allo scopo di fornire la conoscenza su cui basare una pianificazione delle risposte a lungo termine.Per maggiori informazioni, visitare: Science: http://www.sciencemag.org/ University of Ulster: http://www.ulster.ac.uk/
Paesi
Australia, Germania, Danimarca, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti, Sud Africa