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Contenuto archiviato il 2023-03-09

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Secondo un rapporto della FES, l'Europa può guidare il settore delle biotecnologie marine

Nel suo ultimo rapporto, il Marine Board della Fondazione europea della scienza (FES) ha dichiarato che l'Europa può arrivare a rivestire un ruolo cardine nel settore delle biotecnologie marine entro il 2020. I dati più recenti indicano che il mercato delle biotecnologie marin...

Nel suo ultimo rapporto, il Marine Board della Fondazione europea della scienza (FES) ha dichiarato che l'Europa può arrivare a rivestire un ruolo cardine nel settore delle biotecnologie marine entro il 2020. I dati più recenti indicano che il mercato delle biotecnologie marine ha un valore di 2,8 miliardi di euro e tutte le carte in regola per crescere fino al 12% l'anno se industria e università uniranno le forze. Gli esperti della FES affermano che i cinque mari e l'oceano europei presentano, dalle basse acque costiere alle profondità degli abissi, condizioni molto eterogenee in termini di temperatura, pressione, illuminazione e composizione chimica. I cambiamenti che hanno consentito a una miriade di organismi marini di prosperare in queste condizioni, sostiene il Marine Board, hanno creato un archivio vivente della diversità ancora inesplorato e poco sfruttato. I biotecnologi che operano nel settore possono avvalersi di queste risorse per sviluppare nuovi prodotti e servizi, contribuendo inoltre a trovare una soluzione alle sfide che affliggono il nostro pianeta, tra cui l'approvvigionamento sostenibile di alimenti ed energia e di nuovi processi e materiali industriali e la messa a punto di nuovi farmaci o cure. "Le biotecnologie marine non solo creano occupazione e ricchezza, ma sono anche in grado di contribuire allo sviluppo di economie più intelligenti e rispettose dell'ambiente", spiega Lars Horn, presidente del Marine Board e membro del Research Council of Norway. "Giappone, Cina e Stati Uniti hanno già iniziato a investire ingenti somme in questo settore: se l'Europa non farà altrettanto, perderà terreno". Tra le strade percorribili dagli europei per conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020 troviamo lo sviluppo dei biocombustibili, cui deve essere assegnata una posizione di primo piano. Ad esempio, la coltivazione di microalghe da utilizzare nella produzione di carburanti potrebbe tradursi in una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra: il Marine Board della FES considera questa tecnologia il metodo più adeguato per sfruttare la bioenergia offerta dagli oceani, ma in merito sono necessarie ricerche più approfondite al fine di migliorare i risultati e ridurre i costi. Gli esperti sottolineano inoltre che le acque europee sono una potenziale fonte di medicinali, biomateriali e prodotti industriali, quali i biopolimeri (polimeri biodegradabili). I ricercatori europei sono già all'opera per sviluppare una serie di trattamenti derivati dall'ambiente marino, alcuni dei quali per combattere il cancro. Le biotecnologie marine possono inoltre spingere il settore dell'acquacoltura, aiutando in tal modo l'Europa a soddisfare la crescente domanda di prodotti ittici sani e sostenibili. Nel rapporto "Marine Biotechnology: a new vision and strategy for Europe" (Biotecnologie marine: una nuova visione e una nuova strategia per l'Europa), il Marine Board stila una tabella di marcia per la ricerca europea in questo campo e propone un'impegnativa (ma realizzabile) agenda politica e scientifica decennale, sottolineando che l'Europa potrebbe diventare capofila del settore delle biotecnologie marine, a patto che agisca correttamente e tempestivamente. Tra le azioni suggerite dal comitato, troviamo lo svolgimento di attività di sensibilizzazione e la creazione di un'identità più forte in merito alla ricerca europea nel campo delle biotecnologie marine, il miglioramento dei canali del trasferimento tecnologico per stimolare la cooperazione fra industria e università e la definizione di nuovi programmi e strategie di ricerca in materia. Istituito nel 1995, il Marine Board contribuisce a promuovere la collaborazione fra le organizzazioni europee attive nel settore delle scienze marine con l'obiettivo di trovare un consenso sulle strategie e sulle priorità della ricerca europea in materia. Grazie al suo ruolo strategico, il comitato (che rappresenta 31 organizzazioni di 19 paesi) offre ai suoi membri uno spazio in cui poter sviluppare attività di consulenza politica nel campo della ricerca marina rivolte alle agenzie nazionali e ai responsabili delle politiche europee. L'obiettivo principale è promuovere la creazione di uno spazio europeo della ricerca marina. "I recenti sviluppi nel campo delle biotecnologie marine promettono di avere risvolti importanti, ad esempio per applicazioni nel settore medico, con lo sviluppo di nuovi farmaci e dispositivi diagnostici", ha dichiarato Maive Rute, direttore della direzione Biotecnologie, agroalimentare della DG Ricerca della Commissione europea, commentando i piani del comitato per l'Europa del 2020.Per maggiori informazioni: Fondazione europea della scienza (FES): http://www.esf.org/home.html Per consultare il rapporto "Marine Biotechnology: a new vision and strategy for Europe": http://www.esf.org/index.php?eID=tx_nawsecuredl&u=0&file=fileadmin/be_user/research_areas/marine/pdf/Publications/MBPP15_MarineBiotechnology.pdf&t=1292863433&hash=9b233fa88363dad2f3a2fb65b2fe52b1 DG Ricerca dell'UE: http://ec.europa.eu/research/index.cfm

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