Modificare l'ambiente per favorire lo scambio cellulare
Alcuni scienziati finanziati dall'UE hanno scoperto che le cellule staminali di uno degli organi principali del sistema immunitario possono essere riprogrammate in modo tale da formare cellule staminali del follicolo pilifero. Per farlo, è necessario alterare l'ambiente in cui crescono le cellule. Questi risultati dimostrano che è possibile modificare le cellule staminali senza ricorrere alla genetica. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature. Ectoderma, endoderma e mesoderma sono i tre foglietti embrionali che si sviluppano con la crescita dell'embrione. Nel corso del tempo, questi foglietti vanno a formare la base di cute e nervi (ectoderma), di intestino, fegato, pancreas, timo e altri organi (endoderma) e di muscoli, ossa e sangue (mesoderma). Gli scienziati hanno sempre ritenuto di non poter intervenire sui legami che definiscono i tre foglietti embrionali. Tuttavia, i risultati di questo ultimo studio dimostrano che questi legami hanno un grado di versatilità di molto maggiore a quanto ritenuto e che le cellule staminali in grado di modificare i foglietti possono dare risultati davvero stupefacenti. L'équipe dell'Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) (Svizzera) e dell'Università di Edimburgo (Gran Bretagna) ha dimostrato che le cellule generate in un foglietto embrionale (in questo caso le cellule staminali del timo generate dall'endoderma) possono essere sviluppate in modo tale che ne risultino cellule associate a uno degli altri due foglietti (cellule staminali della cute prodotte dall'ectoderma). Per confermare i risultati ottenuti, gli scienziati hanno coltivato cellule staminali del timo, un importante organo del sistema immunitario, sfruttando le condizioni utilizzate per la coltivazione delle cellule staminali del follicolo pilifero. I ricercatori hanno scoperto che le cellule trapiantate erano in grado di mantenere cute e peli per un periodo superiore ai 12 mesi, ovvero per un periodo significativamente maggiore rispetto alle cellule del follicolo pilifero ottenute in condizioni naturali. Come hanno osservato gli scienziati, i marker genetici delle cellule hanno gradualmente iniziato a sviluppare analogie con le cellule staminali del follicolo chiarendo che l'ambiente circostante è in grado di riprogrammare le cellule staminali affinché generino tessuti. Una peculiarità, questa, non possibile in circostanze normali. I risultati fanno pensare che, esattamente come succede per le cellule staminali del timo (che si riteneva fossero meno versatili di altre cellule), sia possibile estendere questo tipo di scambio delle cellule ad altri organi. Se questo trovasse conferma, saremmo di fronte ad una novità di enorme portata nel campo del trapianto e della rigenerazione degli organi in grado, inoltre, di aiutare numerose persone (ad es. i grandi ustionati). La dott.ssa Clare Blackburn, dell'Università di Edimburgo, ha spiegato che quando queste cellule staminali vengono a contatto con la cute non solo sono in grado di attivare una capacità latente ma possono addirittura "cambiare percorso, esprimere geni diversi e diventare più potenti". La scienziata ha poi aggiunto che portando avanti l'attività di ricerca sarebbe possibile determinare se altri microambienti (oltre alla cute) producono risultati simili. La ricerca è stata finanziata dal Sesto programma quadro (6°PQ) e dal Settimo programma quadro (7°PQ) nell'ambito di tre diversi progetti: EUROSTEMCELL ("European consortium for stem cell research"), che ha ricevuto 11,91 milioni di euro in riferimento alla tematica del 6° PQ dedicata a "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute"; EUROSYSTEM ("European consortium for systematic stem cell biology"), che ha ricevuto 12 milioni di euro in riferimento alla tematica "Salute" del 7°PQ; e OPTISTEM ("Optimization of stem cell therapy for clinical trials of degenerative skin and muscle diseases"), che ha ricevuto 11,99 milioni di euro in riferimento alla stessa area tematica.
Paesi
Svizzera, Regno Unito