Nuova metodologia del CCR per verificare la sostenibilità dei biocarburanti
Come fa l'Europa a valutare il successo delle misure ambientali che implementa? Un nuovo strumento sviluppato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea serve in parte a rispondere a questa domanda. Lo strumento è infatti stato sviluppato per assicurarsi che i biocarburanti e i bioliquidi rispondano agli standard globali più elevati. Il metodo sviluppato è in linea con le raccomandazioni del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC) per gli inventari nazionali dei gas a effetto serra ed è un fattore determinante per la sostenibilità generale dell'Europa. Il sistema, adottato dalla Commissione europea lo scorso giugno, è in grado di quantificare le variazioni di quantità di carbonio in suolo e biomassa quando la destinazione del terreno cambia in seguito alla produzione di biocarburanti. Lo strumento aiuterà inoltre le varie autorità a determinare se i biocarburanti (sia quelli prodotti all'interno dell'UE che quelli importati) contribuiscono alla diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra e se provengono da fonti sostenibili. L'aumento del ricorso all'energia da fonti rinnovabili, il risparmio energetico e una maggiore efficienza energetica sono misure importanti per ridurre le emissioni di gas a effetto serra all'interno dell'UE e per soddisfare gli standard del protocollo di Kyoto alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC). Il calcolo del risparmio relativo i gas a effetto serra rimane tuttavia un processo complesso. I sistemi di rilevazione devono tener conto di diversi fattori come, ad esempio, l'uso di fertilizzanti o pesticidi utilizzati per la produzione di biocarburante e il tipo di carburante utilizzato dai trattori o dagli altri veicoli agricoli in fase di produzione. La legislazione dell'UE obbliga gli Stati membri a soddisfare gli obiettivi nazionali in materia di energie rinnovabili. La direttiva 2009/28/CE, ad esempio, afferma che i biocarburanti dovrebbero permettere di risparmiare il 35% di emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai combustibili fossili). Un dato, questo, che passerà al 50% nel 2017 e al 60% (per i biocarburanti da nuovi impianti) a partire dal 2018. La metodologia è un modo attraverso cui l'Europa può misurare i progressi che compie rispetto a questi obiettivi. Il sistema è stato utilizzato dalla Commissione europea anche per definire le linee guida per il calcolo delle riserve di carbonio. Il CCR ha fornito un considerevole supporto tecnico e scientifico alla Commissione, elaborando anche misure e procedure pratiche per calcolare le emissioni di gas a effetto serra di diversi processi di produzione per biocarburanti e bioliquidi e determinando i dati globali relativi alle regioni climatiche e alle varie tipologie di suolo (rispettando le direttive dell'IPCC). Mondo industriale, governi e organizzazioni non governative (ONG) vengono incoraggiate dalla Commissione ad avviare programmi volontari atti a certificare la sostenibilità dei biocarburanti e a ricevere il riconoscimento dell'UE. Tra i requisiti richiesti vi è la necessità di ricorrere ai servizi di un auditor esterno per la supervisione dell'intera catena di produzione. La Commissione ha elaborato specifiche linee guida atte a garantire che questo ultimo processo non sia fraudolento. IL CCR è la sezione interna alla Commissione europea che si occupa di ricerca ed è costituita da sette istituti disseminati in cinque paesi. Roland Schenkel, direttore generale del CCR, ha recentemente lanciato la strategia CCR per il periodo 2010-2020 che prevede che il CCR divenga un fornitore affidabile per gli attori politici di opzioni politiche legate alla scienza in tutta l'UE per affrontare questioni sociali di particolare importanza.