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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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Relazione OCSE evidenzia la crescente dimensione globale della ricerca

Una nuova relazione redatta dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) fa riferimento a dati relativi a brevetti, pubblicazioni di ricerca, mobilità dei ricercatori e trasferimento tecnologico per evidenziare la crescente dimensione internazionale d...

Una nuova relazione redatta dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) fa riferimento a dati relativi a brevetti, pubblicazioni di ricerca, mobilità dei ricercatori e trasferimento tecnologico per evidenziare la crescente dimensione internazionale della ricerca. Tema della relazione è uno dei numerosi argomenti trattati dalla più recente tabella di marcia dell'OCSE per la Scienza, la tecnologia e l'industria, elaborata dall'Organizzazione a scadenza biennale. La relazione evidenzia come le innumerevoli sfide che i paesi sono attualmente chiamati ad affrontare, determinate da fattori quali la congiuntura economica, la competitività internazionale, le pressioni ambientali e la più elevata aspettativa di vita, interessino tutti i paesi. "[Queste sfide] hanno assunto carattere globale anche perché le dimensioni dei problemi, che si sono rivelate eccessive per un unico paese, richiedono cooperazione", si legge nella relazione. Nella sezione dedicata alla ricerca, si afferma: "Oggi, l'innovazione scientifico-tecnologica richiede processi caratterizzati da complessità e interattività più elevate. L'aumentata complessità ha portato coloro che operano nel campo dell'innovazione ad avvicinarsi ai partner per condividere i costi, per poter contare su competenze complementari, per accedere in modo più rapido a tecnologie e conoscenze diverse e per poter collaborare all'interno di una rete di innovazione". I dati rivelano che la creazione di conoscenza in ambito scientifico non è più imputabile ai singoli ma ai gruppi, non è più frutto del lavoro di un solo istituto ma di più istituti associati ed è passata dall'essere un risultato nazionale all'essere un risultato internazionale. La percentuale di articoli scientifici scritti da autori provenienti da più paesi è triplicata tra il 1985 e il 2007, anno in cui si è attestata al 22%. Mentre l'80% degli articoli scientifici pubblicati su scala globale provengano dai paesi dell'OCSE, sta crescendo rapidamente anche la quantità di pubblicazioni frutto dell'attività portata avanti in Sud America e nel Sud-est asiatico. L'immagine restituita dai dati relativi ai brevetti è analoga. In Belgio, Taiwan e Svizzera più del 40% dei brevetti degli ultimi anni hanno visto la collaborazione di almeno un esperto straniero. In Francia, Germania, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti, le cifre oscillano tra l'11 e il 25% e la percentuale dei brevetti internazionali sta crescendo a ritmo serrato in molti altri paesi. La migrazione, sottolineano gli autori, deve rivestire un ruolo fondamentale per il trasferimento transnazionale della conoscenza. Dal 1980, il numero degli studenti stranieri presenti nei paesi dell'OCSE è triplicato e la mobilità dei dottorandi è in aumento. Si pensi che il 40% dei dottorandi in Nuova Zelanda, Svizzera e Regno Unito proviene dall'estero. L'OCSE utilizza la bilancia dei pagamenti tecnologici per valutare il trasferimento tecnologico internazionale. "Nella maggior parte dei paesi dell'OCSE le ricevute e i pagamenti tecnologici hanno fatto registrare un'impennata considerevole nel corso degli anni Novanta e nei primi anni di quest'ultimo decennio", si legge ancora nella relazione, nella quale si aggiunge che, in generale, i paesi dell'OCSE rivestono un ruolo chiave nell'esportazione della tecnologia rispetto al resto del mondo. La collaborazione con i partner stranieri può fornire alle aziende accesso a una più ampia gamma di risorse e conoscenze, unitamente alla possibilità di condividere i rischi. Nell'Unione europea, la percentuale di aziende che collaborano nell'ambito dell'innovazione con partner basati in altri paesi europei varia da una percentuale inferiore al 2% di Spagna e Turchia fino al 13% di Finlandia, Lussemburgo e Slovenia. È invece meno frequente la collaborazione con partner extraeuropei. In un altro punto della relazione, l'OCSE sottolinea che i finanziamenti a favore di ricerca e sviluppo (R&S) sono generalmente i primi a subire tagli al delinearsi di una crisi economica. I primi dati rivelano che le aziende, nel primo trimestre del 2009, hanno in effetti ridotto i fondi per R&S. È sempre più difficile ottenere capitali di rischio e sono in diminuzione anche gli investimenti esteri diretti. "Mentre le consociate estere consentono l'accesso a nuove tecnologie e l'apprendimento di conoscenze da altre imprese da parte delle aziende nazionali, un calo degli investimenti esteri diretti si tradurrà in una riduzione della capacità di innovazione nel paese ospite", conclude la relazione.

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