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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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La selezione delle colture potrebbe favorire un raffreddamento del clima durante la stagione estiva in Europa e in America settentrionale

Per rallentare il surriscaldamento della superficie terrestre, in Gran Bretagna alcuni scienziati hanno presentato un approccio basato sulla "bio-geoingegneria dell'albedo" che prevede una selezione specifica della varietà delle colture per massimizzarne l'indice di riflession...

Per rallentare il surriscaldamento della superficie terrestre, in Gran Bretagna alcuni scienziati hanno presentato un approccio basato sulla "bio-geoingegneria dell'albedo" che prevede una selezione specifica della varietà delle colture per massimizzarne l'indice di riflessione solare. Lo studio, pubblicato nella rivista Current Biology, dimostra come queste misure dai costi contenuti potrebbero favorire un raffreddamento della temperatura di 1°C durante la stagione di crescita (nei mesi estivi) sia in Europa che in America settentrionale. Le crescenti emissioni di gas serra stanno portando il cambiamento climatico a un livello che potrebbe rivelarsi ingestibile. Questo ha stimolato la ricerca di soluzioni tecnologiche globali che rientrano nell'ambito della cosiddetta "geoingegneria". Mentre non vi è modo di trovare un'alternativa alla riduzione delle emissioni di CO2, si sta lavorando attivamente sul fronte della ricerca di soluzioni complementari contro il surriscaldamento globale. Tuttavia, questi tentativi richiedono solitamente nuove infrastrutture e nuove attività, rendendone difficile l'implementazione. In questo studio gli scienziati hanno svolto una serie di esperimenti sulla sensibilità del modello climatico nel tentativo di vedere come alcune semplici modifiche delle colture potrebbero influire sulle condizioni climatiche globali. Gli scienziati hanno concluso che, considerato che l'indice di riflessione delle colture agricole è superiore a quello della vegetazione naturale (a causa delle foglie più lucenti e della più ampia copertura), sarebbe possibile sfruttare maggiormente questa caratteristica per aumentare ulteriormente la riflessione nello spazio del calore del sole. Il team ha denominato questo approccio per la mitigazione del cambiamento climatico "bio-geoingegneria dell'albedo". L'indice di riflessione delle piante (albedo) è diverso a seconda delle varietà della stessa specie. Ad esempio, l'albedo di una specifica varietà di sorgo è 0,16 volte più elevata di quella di un'altra a causa della struttura della resina fogliare. Allo stesso modo, l'albedo tra diverse varietà di mais può avere valori diversi semplicemente a causa delle differenze della forma delle foglie o della loro disposizione. Gli scienziati hanno utilizzato un modello computerizzato per verificare gli effetti di un aumento pari a 0,04 dell'indice di riflessione delle colture. Nel modello sono stati presi in considerazione anche i dati relativi a circolazione oceanica, circolazione atmosferica e vegetazione presente sulla terra e sulle banchise. Secondo le proiezioni dello schema della superficie terrestre del modello si ottenevano umidità del suolo, produttività e scambio di energia con l'atmosfera per 200 anni. Dopo un periodo di assestamento pari a 50 anni, gli scienziati hanno iniziato ad osservare risultati interessanti. "Operando una selezione tra le attuali varietà delle piante da coltivazione, la nostra stima più ottimistica, per quanto riguarda la possibilità di aumentare l'indice di riflessione, ci induce a prevedere una riduzione delle temperature estive superiore a 1°C nella maggior parte delle regioni centrali dell'America settentrionale e delle regioni poste a latitudine medie in Asia e in Europa," ha spiegato il dottor Andy Ridgwell dell'università di Bristol. "Infine, sarebbe possibile un abbassamento delle temperature a livello regionale attraverso un'attenta selezione delle colture o una loro modificazione genetica in modo da ottimizzarne l'albedo." I ricercatori hanno inoltre osservato che l'impiego di spray per aumentare l'indice di riflessione delle foglie delle piante non influiva sul raccolto. La coltivazione di piante per la produzione di biocarburanti era stata progettata per ottenere un effetto analogo: questa pratica, tuttavia, è in contrasto con la produzione di alimenti, aspetto di crescente importanza alla luce dell'aumento della popolazione mondiale. Secondo i ricercatori, l'approccio di "bio-geoingegneria" potrebbe condurre a risultati positivi senza ostacolare la produzione di alimenti, sia in termini di resa che di varietà del raccolto. "Proponiamo di scegliere tra diverse varietà di una stessa specie destinata al raccolto, in modo da massimizzare l'indice di riflessione senza cambiare il tipo di coltura, benché quest'ultima possa avere effetti positivi sul clima," ha affermato il dottor Ridgwell. Nel corso dei prossimi cento anni queste semplici decisioni potrebbero essere molto utili per la riduzione del surriscaldamento. È importante esaminare le conseguenze climatiche regionali e stagionali che potrebbero derivare da una modifica delle proprietà delle colture. Il dottor Ridgwell ritiene che sia necessario effettuare ulteriori ricerche sulla variabilità dell'abedo tra le diverse specie delle comuni cultivar. Inoltre, la bio-geoingegneria dei terreni coltivati deve essere vista unitamente ad altri progetti di geoingegneria, quali il progetto di dipingere di bianco le strutture delle costruzioni o di modificare i vegetali destinati al foraggio. La diminuzione dimostrata dallo studio equivale a un raffreddamento globale annuo pari a 0,1°C. "In generale, la bio-geoingegneria potrebbe costituire una misura transitoria per ridurre la gravità degli impatti delle ondate di calore sull'agricoltura e sulla salute nei paesi industrializzati del Nord del mondo," conclude lo studio. Gli autori avvertono tuttavia che "su scala globale, (questo modello) ha un'efficacia limitata per quanto concerne i futuri cambiamenti climatici e non può sostituirsi alla riduzione delle emissioni di CO2."

Paesi

Regno Unito

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