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Dati sul colore dell'oceano gettano nuova luce sul ciclo del carbonio

Un lavoro svolto nell'ambito del progetto GlobColour dell'Agenzia spaziale europea contribuisce in modo significativo alla ricerca sul ciclo del carbonio nell'oceano. L'ESA ha riunito 55 terabyte di dati per produrre un dataset di dieci anni, che arriva fino al 2007, sul color...

Un lavoro svolto nell'ambito del progetto GlobColour dell'Agenzia spaziale europea contribuisce in modo significativo alla ricerca sul ciclo del carbonio nell'oceano. L'ESA ha riunito 55 terabyte di dati per produrre un dataset di dieci anni, che arriva fino al 2007, sul colore degli oceani a livello mondiale, che fornisce informazioni sui collegamenti esistenti tra l'attività biologica marina e le emissioni di biossido di carbonio causate dall'uomo. Il colore dell'acqua degli oceani è in larga parte determinato dal fitoplancton, microscopiche piante marine che vivono nello strato superficiale degli oceani che è ricco di luce. Anche se la maggior parte delle singole piante di fitoplancton sono troppo piccole per essere visibili a occhio nudo, la clorofilla da esse contenuta tinge l'acqua di mare a seconda della quantità di plancton presente. La presenza di clorofilla significa anche che durante la fotosintesi, esattamente come accade con le piante sulla terraferma, il fitoplancton assorbe il biossido di carbonio (CO2), che è un gas serra, e lo immagazzina nei suoi tessuti; e che quindi potenzialmente svolge un notevole ruolo come riserva di carbonio. Il colore determinato dal fitoplancton può essere rilevato dallo spazio. Nell'ambito di GlobColour, i ricercatori dell'ESA hanno utilizzato tre diversi strumenti collocati su vari satelliti: il Medium Resolution Imaging Spectrometer (MERIS) a bordo della piattaforma Envisat, il Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) a bordo del satellite Aqua della NASA e il Sea-viewing Wide Field-of-view Sensor (SeaWiFS) su GeoEye's Orbview-2. Secondo l'ESA, il progetto GlobColour fornisce un miglior campionamento e un ridotto errore strumentale se confrontato con i sistemi esistenti, poiché combina le osservazioni di molti sensori. Anche il confronto dei dati con le misurazioni provenienti da boe in loco ha mostrato che il margine di errore è minore quando vengono uniti i dati provenienti da vari sensori. "Sono molto colpito dal lavoro che l'ESA ha svolto finora in GlobColour," ha detto il dott. Cyril Moulin del International Ocean Carbon Coordination Project (IOCCP). Questo dataset di dieci anni sarà molto utile per gli studi sul carbonio e la creazione di modelli globali." Inoltre, i ricercatori sono convinti che i dati saranno utili anche alle industrie della pesca e dell'acquicoltura. "Dobbiamo sostenere uno sforzo internazionale per garantire di poter collegare il dataset di un satellite all'altro per costruire delle serie per il lungo periodo, che ci occorrono per distinguere i cambiamenti dai cicli, e in questo senso GlobColour rappresenta sicuramente un passo importante," ha aggiunto il dott. James Yoder, presidente dell'IOCCP. I dataset sono disponibili al pubblico mediante il sito Web GlobColour, che presenta una nuova interfaccia Web che permette agli utenti di restringere il periodo temporale, la regione spaziale e il tipo di prodotto. Le osservazioni in tempo quasi reale dovrebbero iniziare a metà del 2008. Nel 2009 il servizio continuerà come parte del Marine Core Service dell'iniziativa GMES (Monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza), un'iniziativa congiunta della Commissione europea e dell'ESA.

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