Marcatori genetici negli alimenti e nei mangimi
Gli europei nutrono preoccupazioni circa gli effetti degli organismi geneticamente modificati (OGM) e, pertanto, ne limitano lo sviluppo e l’impiego. Comunque, la produzione all’estero è in aumento, per cui l’Europa si trova di fronte a ingenti quantità di prodotti importati di alimenti e mangimi che potenzialmente aggirano le leggi europee. Quindi, all’Europa occorre un metodo per rilevare gli OGM nei prodotti destinati ad alimenti/mangimi e per misurare i componenti OGM, in modo da verificare la conformità alla legge. Il progetto GMOSENSOR (Monitoring genetically modified organisms in food and feed by innovative biosensor approaches), finanziato dall’UE, ha fornito tale metodo. Le attività hanno prodotto una soluzione semplice, rapida ed economica che comporta la presenza di genosensori, capaci di leggere un genoma bersaglio. Il progetto ha disegnato i sensori mediante una modalità di ricerca imperniata sullo scambio di conoscenze. Il gruppo ha valutato due formati di saggio: diretto e sandwich. La rilevazione di marcatori transgenici ha implicato principi elettrochimici e la spettroscopia di risonanza plasmonica di superficie. Per raggiungere il livello necessario di esattezza, sono occorse strategie di amplificazione con enzimi e nanoparticelle auree. I ricercatori hanno validato i risultati tramite confronto con tecniche tradizionali basate sul DNA. Il metodo di valutazione del progetto GMOSENSOR permette all’Europa di far rispettare più efficacemente le sue normative. La tecnologia può rivelarsi utile anche per determinare la portata del problema degli OGM importati.
Parole chiave
Alimenti e mangimi, genosensori, marcatori transgenici, OGM, GMOSENSOR, biosensore