Rimozione del colon e aumento del rischio di diabete
L’intestino crasso ospita batteri che aiutano a scomporre il cibo e influenzano il consumo di energia e l’accumulo di grasso. Produce anche ormoni che hanno un impatto sullo zucchero nel sangue. Gli scienziati hanno dimostrato che le persone il cui colon è stato rimosso hanno maggiori probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2. Parzialmente sostenuto dal progetto MedBioinformatics, finanziato dall’UE, il loro studio è stato pubblicato sulla rivista eLife. I ricercatori hanno esaminato i documenti di oltre 46 000 pazienti, utilizzando un registro nazionale in Danimarca, per osservare quanti di loro avessero sviluppato il diabete fino a 18 anni dopo l’intervento. Come riportato da eLife, «hanno confrontato le diagnosi postoperatorie del diabete di 3 793 persone sottoposte all’asportazione completa dell’intestino crasso, 42 486 sottoposte all’asportazione parziale e 694 110 persone sottoposte a intervento chirurgico su un’altra parte del corpo». Nell’articolo, gli scienziati hanno dichiarato: «In conclusione, abbiamo osservato un aumento del rischio di diabete di tipo 2 clinicamente registrato tra i pazienti sottoposti a colectomia totale e parziale, rilevando in particolare che il rischio diventa elevato per le persone sottoposte ad asportazione della parte sinistra del colon». E proseguono: «L’aumentato rischio di diabete è stato osservato in pazienti affetti da tumore del colon-retto e in pazienti con altre patologie colorettali». Regolazione dello zucchero nel sangue Citata in un articolo sul sito di notizie di ricerca «Futurity», la coautrice dello studio, Kristine Allin, ha dichiarato: «Sappiamo che il colon ospita numerosi batteri intestinali e cellule produttrici di ormoni, ma non sappiamo ancora quale ruolo svolgono nel regolare il livello di zucchero nel sangue». Ed ha aggiunto: «Speriamo che il nostro studio favorisca ulteriori ricerche sull’importanza del colon nella regolazione dello zucchero nel sangue e nello sviluppo del diabete». Il progetto MedBioinformatics (Creating medically-driven integrative bioinformatics applications focused on oncology, CNS disorders and their comorbidities) è stato avviato per analizzare la grande quantità «di dati e conoscenze generate nella ricerca sanitaria e biomedica al fine di favorire la ricerca translazionale e la medicina di precisione», come osservato sul sito web del progetto. Completato nel 2018, il progetto si è concentrato su oncologia e neuropsichiatria con casi di studio riguardanti il sistema nervoso centrale (SNC). Una delle applicazioni sviluppate da MedBioinformatics si propone di aiutare i ricercatori oncologici e gli oncologi clinici a identificare le mutazioni del genoma di un tumore. Un altro obiettivo è quello di preparare strumenti di calcolo per prevedere la combinazione di farmaci più efficace per specifici pazienti oncologici. I partner del progetto hanno inoltre analizzato le basi molecolari della depressione maggiore e della depressione maggiore indotta dall’alcol, nonché le comorbilità della depressione maggiore, dell’Alzheimer, del cancro e del SNC. La comorbilità si riferisce alla presenza simultanea di due o più condizioni patologiche o malattie nello stesso paziente. Il team ha implementato anche i metodi e gli strumenti di MedBioinformatics per analizzare l’impatto del trattamento farmacologico cronico nelle comorbilità cancro-SNC. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto MedBioinformatics
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Spagna