Skip to main content
European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS
CORDIS Web 30th anniversary CORDIS Web 30th anniversary

Article Category

Contenuto archiviato il 2023-04-12

Article available in the following languages:

Ratti geneticamente modificati potrebbero essere un metodo per tenere sotto controllo questi animali nel XXI secolo

Vecchio adagio? Leggenda metropolitana? In ogni caso il detto “Non si è mai a più di due metri di distanza da un ratto” tende a far si che le persone si guardino intorno con nervosismo. Da quando i nostri insediamenti hanno dato ai ratti l’ambiente di cui avevano bisogno per prosperare, combattiamo per ridurne il numero – per lo più senza risultato.

Ricerca di base icon Ricerca di base
Salute icon Salute

Adesso potrebbe esistere un modo migliore di tenere sotto controllo il loro numero. A dicembre 2017, in Scozia, i ricercatori hanno detto di aver sviluppato due modi diversi di disturbare la fertilità femminile nei ratti e nei topi, sviluppando un approccio simile, già testato in laboratorio, per eliminare le zanzare portatrici di malaria. Gli scienziati del Roslin Institute dell’Università di Edimburgo stanno studiando un nuovo strumento per portare avanti questo obiettivo usando tecniche di editing genetico CRISPR. CRISP sta per “Clustered Regularly Interspaced Palindromic Repeats” (ripetizioni palindromiche regolarmente interspaziate raggruppate), pezzi di DNA che ricorrono regolarmente e che si sono sviluppati come antico sistema di difesa batterica contro le invasioni virali. L’editing genetico comporta tagli precisi e funziona come un paio di forbici molecolari, incollando poi il DNA con proteine specializzate – ispirato dalla natura, costruito dai ricercatori. Usando questa tecnica di editing, il team sta studiando una tecnologia chiamata “forzatura genetica” come metodo per diffondere l’infertilità tra i ratti e i topi ‒ la tecnica funziona già per il controllo delle zanzare. La forzatura genetica è una tecnica potente usata per assicurare che un particolare tratto genetico sia ereditato da tutti i discendenti. Significa che un gene di interesse può diffondersi in tutta una popolazione in un paio di generazioni. Attualmente, un approccio più vecchio chiamato “tecnologia dell’insetto sterile” è usato in alcune zone per combattere le zanzare. L’unità Oxitec di Intrexon ha già usato le sue zanzare maschio sterili, la cui prole muore in giovane età, in Brasile. Ma poiché le zanzare Oxitec durano solo una generazione, è necessario rilasciarne un gran numero per sommergere gli esemplari selvatici. Il sostegno dell’UE al progetto INTEGRA, adesso concluso, sta alimentando la ricerca valutando l’impatto dell’inserzione di un codice “distruttore x” nel DNA dei ratti maschi. Questo distruggerebbe i cromosomi “x” nel loro sperma, il che significa che potrebbero passare solo un cromosoma “y” e in questo modo la prole non sarebbe mai femmina. Con sempre meno femmine, col passare del tempo, la popolazione diminuirebbe. I roditori sarebbero geneticamente modificati in laboratorio prima di essere rilasciati in natura dove potrebbero accoppiarsi con la popolazione indigena. Il prof. Bruce Whitelaw e i suoi colleghi, che hanno pubblicato dettagli del loro lavoro sui roditori sulla rivista Trends in Biotechnology, sperano come prossimo passo di costruire forzature genetiche autolimitanti che si esaurirebbero dopo un certo numero di generazioni. Se si riuscisse ad applicare con successo questa tecnologia si potrebbe evitare l’uso di veleni, pesticidi e altre sostanze chimiche. INTEGRA (New tools for genetic engineering using targeted integration vectors application to agronomy food safety and gene therapy) si propone di sviluppare nuovi strumenti di ingegneria genetica per permettere l’integrazione mirata di un transgene nel genoma dell’organismo eucariote desiderato. I ricercatori speravano che questo avrebbe avuto ripercussioni percepibili sulla ricerca fondamentale e applicata in particolare nei prodotti farmaceutici, l’agronomia e le scienze alimentari. Per maggiori informazioni, consultare: Pagina del progetto su CORDIS

Paesi

Regno Unito

Articoli correlati