Un progetto dell’UE risolve il mistero della rete per la consegna di contenuti Netflix
Considerando che i contenuti video attualmente rappresentano la metà del traffico sul web e nascono continuamente nuove applicazioni ricche di contenuti, i risultati del team – che in particolare rivelano che la rete per la consegna di contenuti (content delivery network, CDN) Netflix abbraccia 233 siti in sei continenti – sono di grande importanza. Si riferiscono a come l’infrastruttura di internet si evolverà per affrontare futuri problemi di capacità, espongono la diversità dell’ecosistema di internet a livello mondiale e suggeriscono che le specificità dell’ecosistema di ogni regione e mercato dovrebbero condurre a diverse strategie di sviluppo. Luogo diverso, strategia diversa Ad aprile e maggio 2016, il team composto da cinque ricercatori della Queen Mary, University of London (QMUL) hanno chiesto video di computer dell’università, localizzando le richieste usando un’estensione del browser. Hanno studiato il traffico fornito dai server in ogni regione, mettendo in luce alla fine il relativo affidamento su punti di interscambio (IXP) e su server di provider di servizi internet (ISP). I loro risultati hanno mostrato differenze significative nella rete Netflix tra paesi e continenti: mentre nel Nord America Netflix è presente in molte località simultaneamente, in Europa, i loro server sono dislocati solo in poche località in ogni paese. Il Regno Unito rappresenta un’eccezione alla regola, la sua situazione infatti è molto più simile a quella del Nord America. Studiando queste differenze, il team ha notato che le località IXP tendono ad affidarsi a un numero significativo di server in poche località, mentre gli ISP sono di dimensioni più piccole ma spesso dislocati in molte località. Hanno scoperto anche che le dimensioni del dispiegamento riflettono abbastanza bene i vari mercati di Netflix. “Lo studio è importante perché permette di capire come funziona il mercato internet di oggi,” ha detto Timm Boettger, primo autore dello studio sostenuto dal progetto ENDEAVOUR, finanziato dall’UE. “Le diverse strategie di dislocamento osservate sono dovute a differenze regionali inerenti, che costringono Netflix ad adattare la sua strategia per assicurare bassi tempi di inizio dei film e per evitare che il video si blocchi durante la riproduzione. Queste differenze non sono causate solo da quanto bene un ISP [provider di servizi internet] collega i suoi utenti finali, ma anche da quanto bene diverse reti intermediarie e ISP si interconnettono e si scambiano traffico.” Andare avanti “Questo studio sottolinea l’importanza dell’ecosistema IXP ancora molto sottovalutato,” ha detto il professor Steve Uhlig, supervisore senior del team e sperimentatore principale del progetto finanziato da Orizzonte 2020. “Gli IXP sono fondamentali per il sostegno della connettività ad alta velocità, specialmente per le aziende che forniscono grandi contenuti come Netflix. Questo studio mette in luce il bisogno di continuare la ricerca sugli IXP, come è stato fatto nell’ambito del progetto ENDEAVOUR.” Per il team di ENDEAVOUR, capire meglio gli IXP è fondamentale per raggiungere l’obiettivo principale del progetto: permettere la fornitura di servizi a valore aggiunto grazie al Software-Defined Networking (SDN), oltre ai punti di interscambio e ad altre strutture di interconnessione di rete. C’è tempo fino a dicembre 2017 per farlo, quando il progetto si concluderà. Lo studio svolto dal progetto su Netflix, intitolato “Open Connect Everywhere: A Glimpse at the Internet Ecosystem through the Lens of the Netflix CDN”, è disponibile sul sito web di ArXiv. Per maggiori informazioni, consultare: Sito web del progetto
Paesi
Regno Unito