Una rete di strutture di ricerca catalizza il potenziale della biomassa in Europa
ll progetto quadriennale BRISK, completato a settembre 2015, ha riunito 26 partner di tutta Europa – varie istituzioni accademiche e di ricerca – per creare una rete di impianti di dimostrazione altamente visibili. “Molti studenti e PMI non hanno accesso a questi impianti,” spiega il coordinatore del progetto, il prof. Andrew Martin del Royal Institute of Technology (KTH) in Svezia. “Il progetto BRISK ha tentato di mettere questi impianti a disposizione dell’intera comunità di ricerca, per superare la frammentazione e permettere di testare nuove materie prime.” Oltre 200 individui di 26 paesi europei hanno potuto svolgere esperimenti su biocarburanti di seconda generazione presso gli impianti, aiutando a favorire la competitività dell’Europa nella bioeconomia globale. Infatti, hanno avuto talmente successo, che si sta già cercando di trovare il successore di BRISK. “Adesso che il progetto è stato concluso, stiamo già formando un nuovo consorzio, cercando di trovare un bando di Orizzonte 2020 adatto alle nostre esigenze,” dice Martin. “Il nostro obiettivo è di allargare ulteriormente il campo di applicazione includendo più processi biologici e una più vasta gamma di materie prime.” I biocarburanti avanzati prodotti dalla biomassa potrebbero creare migliaia di nuovi posti di lavoro, stimolando lo sviluppo rurale e contribuendo alla sicurezza energetica europea, in quanto alternativa sostenibile ai combustibili fossili. Promuovere l’utilizzo della biomassa aiuterà inoltre l’Europa a raggiungere i suoi obiettivi di abbattere i livelli di emissioni di gas serra del 20 % entro il 2020 e del 50 % entro il 2050. Per riuscirci, il progetto BRISK ha creato una banca dati consultabile online contenente i laboratori partner in tutta Europa, nella quale le PMI e i ricercatori potrebbero trovare informazioni dettagliate sugli impianti per la conversione termica della biomassa disponibili per la sperimentazione. L’idea del progetto era che qualsiasi ricercatore potesse richiedere accesso all’impianto di un partner di progetto situato al di fuori del proprio paese, quindi promuovendo la cooperazione transnazionale. BRISK ha finanziato i costi di accesso, oltre alle spese di viaggio e di soggiorno. Il consorzio ha inoltre sviluppato protocolli e database per favorire la condivisione dei dati e la valutazione comparativa degli impianti si prova, dei quali potrà continuare a trarre vantaggio la comunità di ricerca europea. Tramite attività di ricerca congiunta, i partner hanno creato nuove metodologie sperimentali, tra cui tecniche e procedure di trasformazione della biomassa. Le visite agli impianti avevano una durata da alcuni giorni fino a tre mesi per i dottorandi. In tutti i casi, l’esperienza europea nel campo della biomassa è stata avanzata e la conoscenza trasferita oltrefrontiera. “Questo progetto è stato importante per incoraggiare la messa in rete della ricerca e ha anche offerto l’opportunità di migliorare la qualità degli impianti,” dichiara Martin. Una ricercatrice con sede nel Regno Unito, ad esempio, ha potuto approfondire la propria ricerca di dottorato presso le strutture dell’ENEA, in Italia, svolgendo studi di conversione della biomassa in gas sintetico (la cui maggiore applicazione è la generazione elettrica). In ricercatore dell’Università di Cordoba, in Spagna, ha potuto visitare la TU Graz in Austria, per approfondire la sua ricerca nei biocarburanti (riduzione dell’ossido di azoto durante la combustione nelle caldaie a biomassa su scala ridotta). “Abbiamo constatato che spargere la voce richiede tempo, pertanto alla fine del progetto c’è stata molta attività,” dice Martin. “Auspichiamo che – ora che siamo più conosciuti – nei progetti futuri saremo in grado di raggiungere un pubblico più ampio e di attrarre più ricercatori da fuori dell’UE.” Per ulteriori informazioni, visitare: Sito web del progetto BRISK
Paesi
Svezia